Altro che pace, Parlamento Ue vuole la sconfitta della Russia anche in Crimea: “Soluzione? Aumento costante dell’invio di armi”. M5s contrari
Il Parlamento europeo sposa la linea von der Leyen: avanti tutta con le armi all’Ucraina fino alla riconquista di tutti i territori occupati, compresa la Crimea. La risoluzione votata alla Plenaria di Strasburgo con la quale, tra le altre cose, si chiede di garantire da parte di tutti gli Stati Ue uno stanziamento per aiuti militari a Kiev di almeno lo 0,25% del Pil, ha ottenuto un larghissimo consenso, con 451 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni.
Nel testo, che porta la firma anche della vicepresidente del Parlamento Pina Picierno (Pd), la linea è chiara: l’obiettivo principale è che l’Ucraina vinca la guerra. E la deve vincere senza compromessi: “L‘obiettivo principale è che l’Ucraina vinca la guerra contro la Russia, il che comporta l’allontanamento di tutte le forze russe e i loro associati e alleati dal territorio ucraino riconosciuto a livello internazionale – si legge – Si ritiene che tale obiettivo possa essere conseguito solo attraverso la fornitura continua, sostenuta e in costante aumento di tutti i tipi di armi convenzionali all’Ucraina”. La formula “territorio ucraino riconosciuto a livello internazionale” implica che l’avanzata delle truppe di Zelensky debba arrivare a riconquistare anche la Crimea occupata dal 2014. Intento specificato anche nel testo della risoluzione che “ricorda l’importanza di liberare la penisola di Crimea, occupata dalla Russia da ormai un decennio”.
L’intento è chiaro, quindi, e ha trovato l’appoggio della stragrande maggioranza dei partiti all’interno della Plenaria di Strasburgo, anche italiani, eccezion fatta per il Movimento 5 Stelle che ha votato contro, così come i Verdi D’Amato e Pedicini. E anche lo strumento per raggiungere l’obiettivo viene esplicitato: l’invio incessante di armamenti a Kiev. Nel testo il Parlamento “ribadisce il proprio sostegno alla fornitura regolare di aiuti militari all’Ucraina per tutto il tempo necessario e in qualsiasi forma necessaria per la vittoria dell’Ucraina; ribadisce il suo invito agli Stati membri ad aumentare e ad accelerare in modo sostanziale il loro sostegno militare, in particolare la fornitura di armi e munizioni in risposta a necessità chiaramente individuate, per consentire all’Ucraina non solo di difendersi dagli attacchi russi, ma anche di riconquistare il pieno controllo di tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale”. E aggiunge che “ritiene che non debba esservi alcuna restrizione autoimposta all’assistenza militare all’Ucraina; sottolinea che l’Ucraina ha particolare bisogno di sofisticati sistemi di difesa aerea, missili a lungo raggio, come i missili TAURUS, Storm Shadow/SCALP e altri, moderni aerei da combattimento, vari tipi di artiglieria e munizioni (in particolare da 155 mm), droni e armi per contrastarli; appoggia la proposta secondo la quale tutti gli Stati membri dell’Ue e gli alleati della Nato dovrebbero sostenere militarmente l’Ucraina con almeno lo 0,25 % del loro Pil annuo”.
Contrari alla risoluzione, come detto, i Cinquestelle che denunciano l’approccio “bellicista” del testo passato nell’aula di Strasburgo: “Il Movimento 5 Stelle non sosterrà la risoluzione dopo due anni di guerra di aggressione della Russia all’Ucraina in voto oggi al Parlamento europeo. Nel testo manca un invito all’apertura dei negoziati di pace e, per mettere fine al conflitto, l’unica opzione offerta resta quella bellicista – scrivono – Da due anni forniamo in modo diretto e indiretto armi e munizioni agli ucraini e questo non ha portato i risultati sperati, anzi. L’attuale conflitto rischia di allargarsi se le tensioni nell’area non diminuiranno e se non si avvia un difficile ma obbligato dialogo fra tutte le parti coinvolte. L’Unione europea è nata per unire dopo la distruzione della seconda guerra mondiale e deve ripudiare la guerra come recita l’articolo 11 della Costituzione italiana. Per quanto ci riguarda la soluzione negoziale è l’unica strada che l’Europa deve percorrere e questo vale sia in Ucraina che a Gaza”.
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