Calenda in tilt: vuole allearsi con il M5S, ma Conte lo irride: “Abbiamo vinto senza di te”
Carlo Calenda all’ultima giravolta. O all’ultimo testa-coda, come si preferisce. Dopo il voto in Sardegna ha persino cambiato idea su Giuseppe Conte al quale ne aveva dette di ogni. Il suo obiettivo di un campo largo aveva una condizione: nessuna alleanza con il Movimento 5 Stelle. O almeno così sembrava. Ora qualcosa è cambiato e il leader di Azione sembra essersi ingolosito. Intervistato dal Corriere della Sera si dice pronto a fare un’ alleanza con i grillini, ma si adonta se gli si ricordano gli insulti da lui pronunciati da sempre contro “gli scappati di casa”. Solo nell’agosto scorso aveva detto “per me il campo largo non è mai esistito e mai esisterà”.
Calenda in tilt, insulta Conte, ma vuole allearsi col M5S
Il fatto è che Calenda va in tilt con se stesso. “Cambiare idea su Conte? Ma quando mai. Penso che Conte sia un populista, che sia stato un pessimo presidente del Consiglio e non condivido le sue idee. Non ho mai detto che faremo parte di nessun campo largo”, dice a Maria Teresa Meli. Una variabile impazzita. Strano modo di tessere alleanze.
Calenda cambia idea sul M5S? Sì, no, forse
Quindi, ricapitolando: Calenda non cambia idea su Conte, afferma di non avere in simpatia il Movimento 5 stelle. Ma lo stesso Calenda che non tollera Conte e compagni, ora apre ad alleanze a sinistra. “Impossibile non dialogare con Conte”, aveva dichiarato subito dopo la vittoria della Todde. Un totale noonsense. continua il ragionamento pirandelliano, con tutto il rispetto per il grande agrigentino. “Non abbiamo fatto il governo con i Cinque Stelle quando non c’era la vicenda ucraina, figuriamoci adesso”, sottolinea il leader di Azione. Che poi ha anche infierito (giustamente) contro le frasi che ha detto Conte in tv su Zelensky. “Sono immorali”. Ma poi prosegue: “Non continueremo a sostenere candidati terzi. Dopo sei elezioni regionali c’è una lezione che va imparata: il sistema elettorale a un turno unico non consente una candidatura terza. Sosteniamo D’Amico in Abruzzo esattamente come facciamo con Occhiuto, in Calabria, che è un bravo governatore liberale, moderato, europeista”. Ma che alleato affidabile, te lo ritrovi nel campo avversario quando meno te lo aspetti…
Il Campo largo e la variabile impazzita Calenda
“Conte dice che voi non sostenete D’Amico” in Abruzzo, gli fa notare la cronista. «Ha detto l’ennesima fesseria. Azione è lì con la propria lista così come Italia viva. E che Renzi e Conte facciano a gara a smentire ciò che è evidente, è ridicolo. Non si possono raccontare balle agli elettori. Se c’è un candidato bravo e indipendente lo si sostiene, e questo vale con una coalizione di centrosinistra come di centrodestra». Dunque, si tratta del grande classico della politica dei due forni di chi sta un po’ di qua un po’ di là: un grande equivoco di cui Calenda si gloria. «C’è un forno unico da aprire in Italia ed è quello della competenza e delle capacità».
Conte a Calenda: “Hai rischiato di farci perdere in Sardegna”
La cosa ridicola è il dialogo semiserio che si è aperto tra un Calenda dialogante e un Conte che lo sbeffeggia. Il che la dice tutta tutta sulla “solidità” delle basi di un campo largo. Il leader grillino lo irride non tanto velatamente. “In Sardegna l’alternativa a Meloni ha vinto senza Calenda. Che anzi ha rischiato seriamente di far vincere la destra con Soru. Ora si è accorto dell’ovvio: non esiste alternativa a Meloni che non veda il M5S protagonista. Bene, ci faccia sapere che cosa vuole fare da grande, sapendo però che la convergenza si costruisce su temi e proposte e non per questioni di simpatie personali”. Così il presidente del M5S Giuseppe Conte in un’intervista su QN.
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