Segnali di stabilizzazione per l’industria italiana. Migliora il fatturato tra dicembre e gennaio. Ma aumentano i timori per il futuro
L’industria italiana continua a soffrire ma, forse, si va almeno verso una fase di assestamento. L’Istat fa sapere che il fatturato di dicembre è diminuito dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2022. Nel confronto con novembre si segnala un progresso del 2,1% che interrompe una lunga serie di segni meno. Guardando i raggruppamenti principali di industrie, a dicembre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento mensile per i beni intermedi (+4,0%), per i beni di consumo (+2,4%) e per i beni strumentali (+0,1%), mentre si registra un calo per l’energia (-1,2%). Sempre l’Istat, mercoledì, aveva diffuso il dato sulla fiducia delle imprese che in febbraio segna un calo da 97,9 a 95,8 punti. La flessione, spiega l’Istat, è dovuta a un “diffuso peggioramento della fiducia in tutti i comparti economici“.
Un primo sguardo su gennaio arriva invece dal centro studi di Confindustria. Il Real Time Turnover Index , che traccia la dinamica del volume di attività economica in Italia, sulla base dei dati di fatturazione elettronica delle imprese registra “una moderata flessione del fatturato a prezzi costanti delle imprese, pari a -0,4%” dopo il +1,6% di dicembre. “Il calo complessivo – spiegano gli economisti di via dell’Astronomia – è dovuto alle costruzioni, che pagano la fine degli incentivi, a fronte di dati positivi per servizi e industria”. L’indice “indica, quindi, che il primo trimestre del nuovo anno si è aperto in calo, riducendo il trascinamento positivo, già piuttosto contenuto, ereditato dal 2023″. L’indagine rapida del centro studi di Confindustria sull’attività delle grandi imprese industriali rileva invece “segnali di stabilizzazione per la produzione e prospettive di recupero della domanda” Nella rilevazione di febbraio “più della metà del campione di grandi imprese industriali associate a Confindustria si attende un livello di produzione stabile rispetto al mese precedente (53,7%). Il risultato non si discosta molto da quanto riscontrato a gennaio, evidenziando pertanto una certa stabilizzazione della produzione.” Le aspettative sull’andamento della domanda e degli ordini, “migliorano per il secondo mese consecutivo”. Tra le criticità, “peggiorano, invece, le aspettative delle imprese intervistate riguardo i costi di produzione”.
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