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Февраль
2024

Mantova, assassinò il marito: ora è imputata per la suocera

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È stata sufficiente una manciata di minuti perché il giudice per l’udienza preliminare Antonio Serra Cassano decidesse: rinvio a giudizio. Elena Scaini, condannata in appello a diciotto anni di reclusione per l’omicidio del marito Stefano Giaron, il 24 aprile sarà di nuovo processata con l’accusa di aver abbandonato la suocera Lina Graziati, 79 anni, nella casa di Valletta Valsecchi, ferita e disorientata dopo essere stata accoltellata più volte.

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Scaini era stata assolta dall’accusa di aver inferto le coltellate alla suocera che però, difesa dall’avvocato Gianfranco Rinaldi, le aveva chiesto conto per averla abbandonata in casa, incapace di badare a se stessa e di chiedere aiuto.

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L’anziana era stata soccorsa qualche giorno dopo dai carabinieri, ma non si era mai completamente ripresa. Ricoverata in seguito nella casa di riposo Villa Carpaneda di Rodigo, si è spenta alla fine dello scorso novembre.

L’udienza

Il procedimento penale, nonostante la morte dell’anziana, non si è fermato. E ora Scaini dovrà tornare davanti al giudice per il dibattimento. Mercoledì mattina è arrivata in tribunale scortata da tre agenti della polizia penitenziaria di Mantova.

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Sneakers gialle, piumino e pantaloni scuri, un velo impercettibile di trucco, è rimasta a lungo a parlare con i suoi legali, Silvia Salvato e Andrea Pongiluppi, dopo ave appreso della richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Gianlorenzo Franceschini. Con questa nuova accusa, abbandono di persona incapace, rischia un aggravamento della pena da sei mesi a cinque anni.

L’omicidio

Il 6 ottobre del 2020 dopo il delitto Scaini si era rifugiata per tentare il suicidio con un cocktail di farmaci in un alberghetto di Zocca, in provincia di Modena. Da lì aveva confessato il delitto con una telefonata al 118. Carabinieri, vigili del fuoco, polizia di Stato, polizia locale e mezzi di soccorso si erano precipitati in via Mozart, dove la donna abitava da qualche mese assieme al marito e alla suocera.

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Nell’appartamento avevano trovato la scena di una tragedia: il marito, operaio, era a letto senza vita, trafitto al petto da più di una coltellata. La madre dell’uomo era invece ferita alle mani e al corpo, in uno stato di totale confusione mentale, ma viva.

L’ultimo verdetto

Davanti a Scaini ora c’è la Cassazione. L’udienza per esaminare il ricorso presentato dai suoi legali si terrà il 28 marzo a Roma.