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Февраль
2024

L’ATP di Santiago del Cile è un caso: i campi non sono all’altezza-

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È uno dei tornei più difficili da scegliere per i giocatori vista la collocazione in calendario, ma l'ATP di Santiago del Cile non sta facendo nulla per convincerli a tornare

L’ATP 250 di Santiago del Cile è l’ultima tappa della gira sudamericana, parentesi dedicata alla terra rossa dell’America Latina nel mese di febbraio. Tra l’Australia a Gennaio e gli Stati Uniti a marzo, il secondo mese dell’anno nel circuito maggiore è quello perfetto per i giramondo, dato che le opportunità di giocare tornei in ogni angolo del globo certo non mancano. Non solo Sudamerica, ma anche Europa, Asia e America del Nord: si gioca praticamente ovunque.

Che cosa spinge un tennista, dunque, a scegliere un torneo al posto di un altro? Al di là di vincoli contrattuali di cui non sempre si è a conoscenza – ma questo è un discorso vale soprattutto per i big – la programmazione di un giocatore può variare di anno in anno. È il caso, giusto per fare un esempio, di Lorenzo Musetti, che nel 2023 aveva scelto il Sudamerica, mentre nel 2024 ha optato per il cemento europeo e asiatico. Seguirà probabilmente lo stesso sentiero anche Carlos Alcaraz, che dopo aver preferito la gira sudamericana nel 2023 e 2024, nel 2025 dovrebbe giocare sul cemento nel mese di febbraio.

C’è poi anche una componente non banale legata alla provenienza del singolo atleta, che spesso sceglie di competere nel continente di casa per una questione di appartenenza, di abitudine, di tifo caldo nei suoi confronti e, perché no, anche economica. È questo il caso dei tanti tennisti statunitensi che scelgono di trascorrere febbraio tra Dallas e Delray Beach (chiudendo febbraio in Messico), o degli argentini che invece partecipano ben più volentieri a Cordoba e Buenos Aires (girando poi ancora il Sudamerica tra Rio de Janeiro e Santiago del Cile).

ATP Santiago del Cile, l’unico ‘250’ in una settimana di ‘500’

Vista la grande quantità di tornei in programma – febbraio è l’unico mese con più di 10 eventi in calendario (13, almeno quattro in più rispetto a tutti gli altri mesi) – la competizione tra tornei per assicurarsi i migliori giocatori è serratissima.

La collocazione in calendario, inevitabilmente, favorisce alcuni rispetto ad altri. Ad esempio, è molto più semplice che un big partecipi ai tornei di mezzo anziché a quelli che si disputano la settimana immediatamente successiva all’Australian Open o quella immediatamente precedente al Sunshine Double. Se poi questi ultimi, oltre ad una posizione già sfavorevole in partenza, ci mettono anche del loro per far scappare i tennisti… be’, la situazione non può che aggravarsi.

È il caso – lampante – dell’ATP 250 di Santiago del Cile, probabilmente già sulla carta il peggior torneo cui partecipare in questo periodo dell’anno per una lunga serie di motivi. Innanzitutto, si gioca in contemporanea con Acapulco e Dubai, entrambi ‘500’ e quindi con possibilità di offrire più competitività, punti e soldi. Secondo aspetto, rispetto agli altri due eventi (il cui giorno previsto per la finale è il sabato), l’ultimo atto a Santiago è regolarmente in programma di domenica. Ciò significa che chi arriva in finale avrà circa ventiquattro ore in meno per recuperare in vista di Indian Wells, che inizia esattamente tre giorni dopo.

Ultimo – ma non certo per importanza – il fatto che Santiago sia l’unico evento della settimana a disputarsi sulla terra rossa, richiedendo dunque un repentino cambio di superficie in ottica Indian Wells e Miami. Di per sé, già tutte queste premesse sarebbero sufficienti per porsi più di qualche interrogativo. Se poi le condizioni di gioco sono anche estremamente complesse, le probabilità di fare ritorno in Cile negli anni a venire – specialmente per tennisti non cileni o comunque non sudamericani – si abbassano drasticamente.

Palle che non rimbalzano e giocatori a rischio infortunio: così non va

I primi problemi si sono già manifestati fin dai match tra Corentin Moutet e Roberto Carballes Baena e tra Pedro Martinez e Francesco Passaro. La terra in campo è decisamente troppa e gli addetti alla manutenzione dei terreni di gioco sono molto spesso chiamati ad intervenire.

I rischi di competere in condizioni del genere sono notevoli. Intanto, non è raro vedere palline che non rimbalzano, regalando vincenti a tennisti che magari tutto cercavano tranne che un colpo definitivo. Il video allegato qui sotto, uno dei tanti in circolo su X in questi giorni (molti dei quali già segnalati per violazione di copyright), ne è un perfetto esempio.

Se il caso delle palline inghiottite dalla terra è già di per sé parecchio eclatante, le condizioni dei campi potrebbero comportare conseguenze ancora più gravi. Se n’è avuta testimonianza durante il match di Joao Fonseca, reduce dalla grande settimana di Rio de Janeiro.

Nell’incontro di primo turno contro Thiago Tirante, infatti, il brasiliano ha seriamente rischiato di farsi male, con la sua caviglia destra che si è pericolosamente impuntata nel tentativo di giocare un recupero in scivolata con il dritto. Fortunatamente per il classe 2006 carioca non c’è stato nessun infortunio, ma la sua frustrazione verso il terreno di gioco è più che comprensibile.

“Il peggior campo in cui abbia giocato”, “È molto pericoloso”

Le lamentele non potevano ovviamente mancare, ma fa specie che arrivino persino da Cristian Garin, ex top20 e idolo del pubblico di casa. Il cileno, infatti, in conferenza stampa ha definito quelli di Santiago i peggiori campi su cui ha giocato un torneo ATP. Nonostante l’enorme affetto ricevuto, non si può proprio far finta di niente di fronte a certi aspetti.

“È evidente che i giocatori non siano contenti, il rischio di infortunio è alto” – ha rimarcato l’argentino Thiago Tirante, mentre lo spagnolo Pedro Martinez ha riferito come “a volte capita di fare un vero e proprio buco nel campo, può rimanerti incastrato il piede ed è molto pericoloso”.

In queste settimane si è parlato parecchio del futuro dei tornei sudamericani. Come riportato da claytenis.com, infatti, nel calendario 2025 si sta considerando la possibilità di non inserire il torneo di Cordoba.

Sarebbe un vero peccato, anche perché l’affluenza e il calore del pubblico sudamericano sono decisamente importanti. Non a brevissimo, ma anche l’ATP di Santiago sembra a rischio in un futuro non troppo lontano. E diciamo che in questi giorni non è che gli organizzatori stiano facendo il massimo per far cambiare idea all’ATP.