ru24.pro
World News in Italian
Февраль
2024

Mauro Giacca ricorda Fermeglia: “Quella capacità di Maurizio di fare cose serie mantenendo sempre uno spirito giocoso”

0

TRIESTE Rettore, ingegnere, professore, accademico impegnato per l’ambiente, grande amante della montagna, era tutto questo Maurizio Fermeglia. Ma era prima di tutto quello che potremmo chiamare “una gran bella persona”.

Lo conobbi che era poco più che ventenne, io qualche anno in meno. Ci trovammo insieme nella stessa squadra di pallavolo, il Solaris, una società triestina che non esiste più ormai da diversi decenni. Eravamo tutti transfughi da altre squadre e ci eravamo trovati con la promessa grandiosa di fondare qualcosa di diverso a Trieste.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14099899]]

Partimmo dall’ultima serie e vincemmo a man bassa quattro campionati di seguito per trovarci promossi in serie B. Di Maurizio ricordo lo spirito di gruppo, l’atteggiamento sempre positivo, la disponibilità nei confronti di tutti. Ricordo le trasferte in tutto il Triveneto a bordo della sua Land Rover, un modello di quelli degli anni ’70 per il fuoristrada. Panche in legno all’interno per i passeggeri, disposte in linea, e velocità massima da trattore veloce. Maurizio amava quella macchina, anche quando ci lasciava in panne di notte dopo la partita ben lontano da Trieste.

Non so se siano le persone che determinano il gruppo o il gruppo che plasmi le persone (sospetto sia in gran parte il secondo), ma ho sempre ritrovato in Maurizio lo stesso spirito di quegli anni: la capacità di fare cose serie mantenendo uno spirito giocoso e divertito.

[[ge:gnn:ilpiccolo:14099937]]

L’ho ritrovato da collega professore all’Università di Trieste e poi visto all’opera come rettore. Era sempre lo stesso: dedicato e impegnato ma allo stesso tempo leggero. Ha citato un brano dei Pink Floyd in un suo discorso di inaugurazione di un anno accademico, incontrava personalità austere con tono semplice e diretto. Ma era sempre profondo.

Quello che mi piaceva molto di lui era che affrontava i problemi con i dati. “Sono un ingegnere” soleva dire “e sapete cosa fanno gli ingegneri?”. “Gli ingegneri fanno tabelle!”. E via tabelle proiettate con numeri e dati, da cui dipanare i concetti con razionalità. Amava in quella fase della vita da professore e poi da rettore lo studio del fabbisogno energetico a livello planetario, e di come l’umanità dovrebbe affrontarlo per essere sostenibile.

In questa veste l’ho visto anche all’opera per un decennio con l’International Centre for Chemistry (ICS), un progetto internazionale che l’UNIDO ha poi purtroppo chiuso a Trieste più di una decina di anni fa. Si muoveva bene a livello internazionale Maurizio, era stimato e considerato come professionista e come accademico. E continuava a essere serio e giocoso allo stesso tempo.

Quand’era rettore, un anno andammo a Teheran con una delegazione del Friuli Venezia Giulia al seguito della Governatrice Serracchiani. Uno dei taxi che ci portava in giro per incontri ufficiali faticava a partire, e a Maurizio, magnifico rettore, venne spontaneo di scendere e mettersi a spingerlo per avviare il motore. “Beh, cos’altro potevo fare? Volevi che perdessimo il meeting?”. La sua arguzia era memorabile, gli anche promisi un giorno che mi sarei annotato tutte le sue battute, rimpiango ora di non averlo fatto.

La vita di Maurizio è continuata a essere così, un intreccio di passioni personali e di impegno per la comunità. Amava l’alpinismo e lo sci alpinismo, e lo faceva con tale dedizione da essere stato a lungo coordinatore del Soccorso Alpino oltre che accademico del CAI. Era appassionato di temi ambientali e lo faceva con il suo bagaglio culturale e professionale.

Si è schierato contro l’ovovia a Trieste senza slogan o posizioni ideologiche, ma sciorinando numeri e tabelle per smontare la sostenibilità di un progetto così improbabile. Mancherà sicuramente tanto alla moglie Sabrina, stimata docente e collega, e ai figli, come mancherà a tutti quelli che l’hanno conosciuto e non hanno potuto non volergli bene. Ma mancherà anche a quelli che non hanno avuto il privilegio di conoscerlo personalmente, perché di persone come Maurizio Fermeglia la nostra società civile, sempre più povera di punti di riferimento, ha oggi un disperato bisogno.

RIPRODUZIONE RISERVATA