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Февраль
2024

Violenza sessuale su minori, a processo un mister mantovano

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Violenza sessuale su minori, a processo un mister mantovano

foto da Quotidiani locali

«Non ho fatto nulla, è stato mio figlio a convincere i ragazzi a denunciarmi perché aveva rabbia contro di me per i problemi che avevo con sua mamma». Ha scaricato l’origine delle accuse che gli pesano addosso, su uno dei suoi figli, l’uomo accusato di violenza sessuale nei confronti di un gruppo di giovani che allenava a calcio.

Una vicenda inquietante, che lunedì 26 febbraio uno dei ragazzi, all’epoca dei fatti 15enne, ha ripercorso con grande fatica in collegamento streaming con l’aula del tribunale. «Eravamo piccoli, e lui era il nostro mister. Avevamo paura delle conseguenze di un nostro rifiuto. Ci guardava in un modo che ci spaventava». Gli episodi si sarebbero ripetuti più volte, molto spesso, nel periodo in cui l’uomo (di cui omettiamo le generalità e ogni indicazione di provenienza a tutela delle presunte vittime, ndr) allenava le squadre di calcio amatoriali di un paese dell’Alto Mantovano.

Il mister

Come ha confermato lui stesso, nel corso dell’esame davanti al collegio dei giudici presieduto da Giacomo Forte, molti dei ragazzi vivevano situazioni di disagio sociale, alcuni erano stranieri e altri avevano famiglie assenti. Il calcio per loro era un’opportunità importante di socializzazione e di riscatto. E il mister la figura di riferimento. «Ci vedevamo sul campo e anche fuori, e spesso andavamo a casa sua, dove capitava di incontrare anche suo figlio. A volte qualcuno di noi si fermava anche a dormire».

L’accusa

«Ci faceva spogliare...» il ragazzo ha raccontato cosa accadeva in casa «È capitato che registrasse dei video con il telefonino, ma non so cosa ne facesse. Non li ho visti perché non ce li ha mai mostrati». Incoraggiato e sostenuto dal giudice, che gli ha assicurato che questa sarebbe stata l’ultima volta in cui avrebbe dovuto ricordare quei momenti, è sceso nei particolari delle violenze. Una non era emersa nel corso delle indagini, tanto che la Pm Elisabetta Favaretto ha modificato, aggravandolo, il capo d’imputazione. Tutta un’altra narrazione quella dell’imputato, difeso da Alessia Magnani, che ha assicurato di aver sempre avuto un atteggiamento affettuoso nei confronti dei ragazzi, così come con il figlio minore, «ma non ho mai fatto cose a livello di sesso». Lunedì prossimo discussione e sentenza.