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Февраль
2024

I maialini “Dop” dell’azienda Milani. La filiera tutta rosa da tre generazioni

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I maialini “Dop” dell’azienda Milani. La filiera tutta rosa da tre generazioni

foto da Quotidiani locali

Qui tocca virare decisamente più sul rosa: futuro verde, abbiamo scelto come titolo di questi racconti di imprese del settore agricolo e zootecnico, ma alla Milani di Zero Branco avrete capito che domina un altro colore. I maialini sono i protagonisti, circa 45 mila all’anno quelli fatti nascere e svezzati. C’è un rigido disciplinare, anche qui, che stabilisce linea genetica, alimentazione, condizioni di crescita: sono “Dop” già i suinetti.

Tradizione di famiglia

È un’azienda agricola familiare, due generazioni operative ma già il padre dei fondatori era allevatore e coltivatore. «Io e mio fratello Orazio abbiamo fondato l’azienda nel 1988 – ci racconta Maurizio Milani, aprendoci le porte dell’azienda in via Milan a Zero Branco – ma già nostro padre, Lino, era nel settore».

Oggi assieme ai due fratelli lavorano qui anche le rispettive figlie: quelle di Maurizio, ovvero Silvia e Serena, gemelle nate nel 1984, e Laura, figlia di Orazio, classe 1991. Mestiere piuttosto insolito, e ciascuna lo interpreta un po’ a proprio modo. Silvia ha studiato ragioneria, poi dopo il diploma – era il 2003 – ha sostituito per qualche giorno una segretaria dell’azienda che era in ferie, e non ha più smesso.

La sorella Serena ha fatto il liceo artistico, un anno di architettura, una mezza idea di lavorare poi come parrucchiera e infine, invece, anche per lei il richiamo dell’attività di famiglia: oggi, dopo adeguati corsi di formazione, è lei a occuparsi della parte della gestazione delle scrofe.

Infine la cugina Laura, che già dal proprio percorso di studi ha tracciato una traiettoria che l’ha portata qui: prima il diploma in agraria, poi la laurea in tecniche di produzione animale. L’amore e la passione per il lavoro che fanno si vede in ogni loro gesto, in come lo raccontano, mentre ci accompagnano e descrivono tutte le fasi delle lavorazioni.

Le fasi della lavorazione

Le scrofe sono un vero esercito, circa 2.300 sommando le circa 1.500 nello stabilimento di Zero Branco e le 800 in quello di San Vito al Tagliamento, che la Milani ha rilevato. Ce n’è un terzo, a Spresiano, dove i maialini che vengono prima svezzati fino ai trenta chili di peso diventano adulti all’ingrasso, per arrivare a pesare anche 175 chili.

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Qui a Zero Branco si parte dall’ingravidamento artificiale delle scrofe per poi passare alle sale parto e a quelle per lo svezzamento, con termolampade che tengono la temperatura a 37 gradi ideale per i piccoli. Tutto monitorato, controllato, con norme igieniche e sanitarie scrupolose.

La filiera

«Gli stabilimenti di San Vito e Spresiano – ci spiega Maurizio – rappresentano un ciclo chiuso: nel primo i maialini nascono e crescono fino a trenta chili, nel secondo vanno all’ingrasso per poi essere venduti alle aziende produttrici di insaccati Dop o Igp, dal prosciutto crudo di Parma e San Daniele fino al culatello. A Zero Branco, invece, abbiamo solo la prima parte, e poi vendiamo i maialini a trenta chilogrammi ad aziende che si occupano da sole dell’ingrasso».

Solo a Zero Branco sono circa 45 mila i piccoli suini gestiti in un anno, considerando che ciascuna scrofa ha una media superiore ai due parti da una dozzina di lattonzoli ciascuno.

Il settore

L’azienda fattura circa 13 milioni di euro all’anno. Maurizio Milani è anche presidente di zona Coldiretti per Mogliano e vicepresidente dell’Associazione nazionale allevatori suini, oltre che commissario alla Cun, Commissione unica nazionale che si occupa della formazione dei prezzi, una sorta di “borsa” dei suini.

«Il numero di allevamenti è in calo, per molte aziende il passaggio generazione è fatale. Anche trovare la manodopera non è semplice: è un lavoro bello ma faticoso».