ru24.pro
World News in Italian
Февраль
2024

Armava la gang della droga, arrestato 48enne

0
Armava la gang della droga, arrestato 48enne

foto da Quotidiani locali

Spaccio di cocaina tra Milano e Olbia legato alle peggiori frange del tifo organizzato dell’Inter. Un’organizzazione scoperta dai carabinieri del Ros che ha portato all’emissione di quattordici ordinanze di custodia cautelare (dodici persone in carcere, una ai domiciliari e una sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).

Un arresto a Cura

Tra gli arrestati anche Matteo Ardolino, 48 anni, residente a Cura Carpignano. L’uomo (aveva anche abitato anche a Pavia in via della Torretta) non è accusato di spaccio ma di detenzione di armi, in particolare una pistola detenuta illegalmente e «prestata» al gruppo di fuoco dell’organizzazione nel caso che i rivali albanesi tentassero qualche assalto a sorpresa.

Matteo Ardolino non è un personaggio da poco: era infatti considerato molto vicino a Vittorio Boiocchi, il capo degli ultras della curva nord dello stadio Meazza di Milano che era stato assassinato a colpi di pistola nel mese di ottobre del 2022. La banda era in grado, secondo l’accusa dei carabinieri del Ros, di esprimere un notevole potenziale nel campo del narcotraffico, con un canale di spaccio diretto in Sardegna e, in particolare, nella zona di Olbia. La droga arrivava nascosta in un camion.

Sono state ricostruite sei cessioni di stupefacente, di circa di cinque chilogrammi di cocaina l’una, per un valore complessivo di circa un milione di euro. Nell’organizzazione era entrato anche Nazzareno Calajò, già detenuto nel supercarcere di Opera e boss della droga del quartiere Barona.

Per quanto riguarda Matteo Ardolino, che viveva a Cura Carpignano, gli elementi indiziari sono costituiti da una intercettazione telefonica nella quale Nazzareno Calajò spiegava che si sarebbe fatto dare il «coso» da «Teo» (il soprannome di Ardolino) che nascondeva l’arma anche in un locale di Milano. «Poi mi faccio dare il “coso” da Teo che ce l’ha messo lì. Il “coso”, hai capito?».

Nazzareno Calajò quando parlava della pistola usava sempre la parola “coso”. In una intercettazione del 22 giugno del 2022 sempre Calajò al telefono con il figlio Andrea spiegava che Matteo Ardolino e Maurizio Fidanzio gli avevano chiesto la restituzione della pistola. «Non gli ho dato un bel niente», aveva detto.

«Teo», secondo l’accusa, era Matteo Ardolino e la pistola, sempre secondo i carabinieri del Ros, era la stessa che il 30 aprile del 2022 era stata consegnata a Nazzareno Calajò.

Tra il boss e il 48enne di Cura Carpignano sembra che non ci fosse più la massima fiducia. «Lui e altri sono ormai diventati dei veri politici», diceva Nazzareno Calajò.

Gruppo attivo in Lomellina, spaccio di cocaina a Dorno

La rete di affari dell’organizzazione arrivava anche in Lomellina. Più precisamente a Dorno. A raccontarlo è l’ordinanza del Gip con cui sono stati confermati gli arresti. Viene descritta Dorno come una piazza di spaccio del sodalizio criminale, in particolare gli inquirenti hanno rilevato un episodio di spaccio di cocaina (i compratori non erano stati identificati) avvenuto nell’aprile 2022. Quel giorno due degli indagati erano partiti da Milano in auto per una consegna di cocaina proprio a Dorno. Una circostanza annotata dai pubblici ministeri.