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Февраль
2024

San Grato, negli orti una discarica abusiva Abbandonati di notte rifiuti di ogni genere

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San Grato, negli orti una discarica abusiva Abbandonati di notte rifiuti di ogni genere

Le macerie della baracca incendiata lo scorso anno sono ancora lì. A terra c’è anche dell’amianto frantumato

IVREA. «I furgoncini passano di qui, vengono a scaricare rifiuti quasi tutte le notti». Tutti i residenti di San Grato che incontriamo sulla nostra strada, ce lo confermano. Nel quartiere, ormai, è cosa nota: gli orti di Canton Vesco stanno diventando un collettore per gli abbandoni di rifiuti, una discarica a cielo aperto.

Il fenomeno che avevamo documentato in piccolo solo qualche settimana fa, si sta allargando a macchia d’olio. Ci imbattiamo in cataste di pneumatici che non hanno una traccia di terra o fango, resti di case in muratura e vetri, un pezzo di aspirapolvere, divani – buoni per far prendere il sole ai gatti randagi, almeno -, poltrone.

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I residenti lamentano anche il fatto che il cantiere sia fermo da Carnevale, ormai. È che la spazzatura proveniente dagli orti sia accatastata tutta in grandi mucchi non differenziati. L’amianto è stoccato in alcuni luoghi, a volte coperto da teli, altre invece con questi teli scoperchiati, forse dal vento. Certo, però, c’è anche una coppia di signori che passa e dice: «Perché secondo voi era meglio prima?».

Un’altra perplessità risiede nelle parti private degli orti che restano ancora in piedi. Avevamo già documentato il fenomeno per cui l’amianto veniva abbandonato proprio all’interno di quelli pubblici, probabilmente, per approfittare dello smaltimento in corso, venivano abbandonate delle lastre in eternit, proprio al limitare delle parti pubbliche.

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«Ma noi ci chiediamo - spiegano ancora i residenti che incontriamo nel nostro cammino -, se le parti private degli orti possono restare con l’amianto, se non si può ordinare ai proprietari o rimuovere le parti in eternit».Già, perché le malattie che nascono dall’amianto, di solito, non guardano in faccia al tipo di proprietà.

Comunque sia, prima che il progetto prendesse piede, alcuni orti erano andati a fuoco. L’origine era sempre dolosa, ma non sempre riconducibile al progetto stesso di sistemazione. A destare più sospetti, in particolare, era stato il terzo di questi incendi: quello del 9 maggio 2023. Qui aveva preso fuoco una baracca di proprietà di un privato, che conteneva alcune parti in eternit.

Dal 9 maggio ad oggi le macerie bruciate insistono ancora sul sito. A terra, c’è anche dell’eternit frantumato. Ovvero nella sua forma più letale, quella che può causare dei mesoteliomi.

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È quasi un anno, ormai, che si trova in quelle condizioni. Prima di quello c’era stato un incendio a gennaio, i proprietari sconsolati ci avevano detto avevano detto: «Chi sa ora parli».

Il secondo sabato 29 aprile, partito da alcune sterpaglie, dove era stato ritrovato un accelerante e dove era intervenuta la polizia di Stato. Per spegnere l’incendio di maggio, però, ci sono volute cinque autobotti.