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Февраль
2024

Scuola, in Veneto 2 mila insegnanti in pensione a fine anno: «L’ambiente è ostile»

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Altri duemila pensionamenti, tra gli insegnanti, a fine anno. Erano stati 2.300 a fine 2023, altri 2.200 l’anno prima e 4 mila l’anno prima ancora, complice l’incidenza di quota 100. Che significa questo: nel giro di quattro anni, la scuola del Veneto ha perso più di 10 mila professori. Tantissimi, in una scuola che prevede un organico stabile inferiore ai 50 mila insegnanti.

«Ci fosse almeno il turnover» sospirano i sindacalisti. «Perché le percentuali del precariato rimangono pressoché invariate quasi ogni anno» spiega Sandra Biolo, segretaria regionale di Cisl Scuola. E la percentuale è la seguente: il 40% di cattedre, ogni anno, continua a venire coperto da supplenti.

Eppure, ci sono nuovi concorsi all’orizzonte. Ma, evidentemente, ancora non si riesce a raggiungere l’equilibrio tra entrate e uscite. È particolarmente vero per alcune classi di concorso: con pochi iscritti, oppure con laureati che preferiscono intraprendere percorsi differenti dall’insegnamento.

In questo quadro, ci si mette un ambiente scolastico sempre più ostile. Tra casi estremi: è notizia di venerdì la storia dell’insegnante di Parma inseguita a presa a sassate dai suoi studenti, delle medie. Ma pure casi meno estremi.

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«Genitori che non si sanno contenere e contattano gli insegnanti a qualsiasi ora – per mail, al telefono, su WhatsApp – con le richieste o le lamentele più disparate» fa presente Luigi Zennaro, vicepresidente dei dirigenti scolastici veneti.

E proprio la categoria dei presidi vive una crisi ancora più profonda. «Perché abbiamo iniziato l’anno scolastico con un centinaio di reggenze, in tutto il Veneto.

Ma a settembre la situazione si aggraverà ulteriormente, visti i tanti pensionamenti» dice ancora Zennaro, «E, mentre un professore può essere sostituito con un supplente, lo stesso non si può fare con i dirigenti scolastici, se non tramite le reggenze, costringendo quindi un singolo preside a lavorare su più scuole». Come per i professori, è stato bandito un nuovo concorso anche per i presidi, ma gli esiti non saranno certo operativi per il settembre prossimo.

Insomma, che si guardino gli insegnanti o che si guardino i dirigenti scolastici, la scuola è ben lontana dal colmare le sue lacune