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Февраль
2024

I ragazzi contro i manganelli, Liston gremito: “Il Paese ha un problema con il dissenso” 

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Un Listòn gremito questa sera, 25 febbraio, contro «le manganellate e la gestione di Piantedosi». Dopo il venerdì nero, quello di due giorni fa, in cui la polizia in tenuta antisommossa ha caricato - usando senza alcuna remora i manganelli - gli studenti che sfilavano in cortei pro Palestina per le strade di Pisa e Firenze, arriva la solidarietà anche da Padova.

«Denunciamo il problema che questo Paese ha con il dissenso e denunciamo il rumore degli spari e delle bombe che stanno cancellando un’intera popolazione», tuona Sophie Volpato della Rete degli Studenti Medi, «dobbiamo avere il coraggio di pronunciare la parola “genocidio”».

E Viola Carollo aggiunge: «Viviamo in un Paese che si scandalizza per uno “stop al genocidio”, risponde alle richieste di pace con violenza, manganella gli studenti che manifestano pacificamente. Quella della polizia è specchio di una chiara volontà politica di repressione».

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«Sapevamo già che questo governo avesse un problema con il dissenso, ma questa volta è stato superato un limite», afferma Emma Ruzzon, presidente del Consiglio degli studenti dell’Università di Padova, nonché esponente dell’Udu (l’Unione degli universitari). Poi cita le parole del ministro Matteo Salvini, e sbotta: «Questa narrazione, per cui chi subisce violenza se l’è cercata, mi ricorda uno schema preciso. Toccare uno è toccare tutti». Gli studenti rievocano inoltre le parole definitive che il Capo dello Stato ha affidato a una nota del Quirinale: «Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento».

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Un intervento senza precedenti, quello di Mattarella, che ha trovato d’accordo gli oltre 400 in piazza a Padova. Alla mobilitazione, lanciata dalla Rete e dall’Udu, aderiscono moltissime associazioni e realtà cittadine, come Partito Democratico, CGIL, Anpi, Legambiente, PCI, Coalizione Civica, Centro Veneto Progetti Donna, Ultima Generazione, Rifondazione Comunista, Libera.

Presente anche il deputato dem Alessandro Zan, che sostiene: «Il sovranismo di Giorgia Meloni e quello di Orbáb sono la stessa cosa, c’è un vero e proprio patto politico. Non possiamo fare sconti a Meloni e Piantedosi, li porteremo in parlamento dove dovranno per forza rispondere di quanto accaduto».