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Февраль
2024

Scarmagno, le associazioni curano benessere e tradizioni

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Scarmagno, le associazioni curano 

benessere e tradizioni

foto da Quotidiani locali

SCARMAGNO

Poco più di 800 abitanti, ma tanta voglia di darsi da fare per la comunità. Sono poche ma laboriose le associazioni di Scarmagno, sempre al servizio dei cittadini.

Benessere e salute

La Croce verde bessolese è nata nel 1994 e compie quest’anno i suoi primi 30 anni di attività. «Stiamo pensando a come festeggiare - ha annunciato il vicepresidente Carlo Grassino, di 68 anni, socio dell’associazione sin dalla sua nascita nel 1994 e da 5 anni componente del direttivo -, con una o più iniziative tra la primavera e l’autunno». Negli anni si sono avvicendate decine di volontari che hanno assicurato migliaia di interventi: emergenze, 118 e trasporti dei malati sul territorio. Nei primi mesi del 2024 i 20 soci attivi dei 40 volontari della Croce verde bessolese hanno percorso tra i 6 e i 7mila chilometri con le 3 ambulanze, i 4 Doblò e una vettura, per assicurare tra i 3 e i 5 servizi giornalieri. Poi ci sono le emergenze in orario diurno, con disponibilità dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18, a volte anche dalle 18 alle 24 quando è possibile. Nel corso del 2022, ultimo dato disponibile in attesa del consuntivo del 2023, la Croce verde bessolese ha assicurato 750 servizi con ambulanza, e percorso 42.500 chilometri e altri 700 servizi con auto e oblò, con un incremento del 5 per cento rispetto al 2021. «Abbiamo sempre bisogno di nuovi volontari - ha sottolineato Grassino - e per questo abbiamo tenuto un corso di formazione per l’uso del defibrillatore e per il 26 febbraio è in programma un corso per operatori del 118».

La promozione turistica

Sono marito e moglie e condividono una passione che li unisce ulteriormente: l’attività nella Pro loco di Scarmagno. Leonardo Lombardi e Nadia Giorgio, rispettivamente presidente e consigliere, vantano un’esperienza di oltre 10 anni nell’associazione che conta un centinaio di tesserati e la cui opera si concentra principalmente, ma non solo, in quattro eventi importanti. Racconta Giorgio: «La festa patronale di San Michele Arcangelo, l’ultima domenica di settembre, è molto sentita. A maggio organizziamo poi la Sagra dei fiori di gaggìa durante la quale vengono preparati dolci e altri cibi con questo ingrediente. In febbraio cade il nostro carnevale, nel quale osserviamo una tradizione “al contrario”: facciamo prima la degustazione della polenta e merluzzo e poi quella dei fagioli. I nostri personaggi sono Gianduia, Giacometta, generale, vivandiere e stato maggiore». Scarmagno ha una curiosa tradizione legata a questa festa: «Esiste un copione a più voci in piemontese, che mi è stato tramandato da mio nonno, che sarebbe meraviglioso mettere in scena in una delle prossime edizioni», auspica la consigliera. «La quarta iniziativa è la cena con intrattenimento danzante a capodanno, che attrae commensali anche da fuori. La nostra gente ama fare comunità durante le festività». Entrambi guardano con ottimismo al futuro: «Molti dei nostri giovanissimi volontari collaborano splendidamente con la componente più anziana e questa capacità di aggregare ha indotto l’Unpli a complimentarsi con noi». Dal 2015 il sodalizio fa parte di Pro loco in festa. «Esiste una sana collaborazione con gli altri paesi - rimarcano i coniugi - e per questo siamo anche presenti ad Ivrea durante la festa patronale di San Savino e al Carnevale. A luglio abbiamo offerto frittelle e omelette con i fiori di gaggia mentre durante la penultima domenica di Carnevale il nostro piatto è stato la bagna cauda». Ma la connessione con la più importante festa eporediese va ben oltre: «Sosteniamo a livello di strutture e materiali la squadra di aranceri dei Credendari, perché un nostro consigliere è nel direttivo. Siamo praticamente gemellati con i colori gialloblu». C’è poi tanto altro: l’aiuto al Comune durante la festa degli anziani, le cene sociali, le serate teatrali in piemontese, i progetti per far conoscere le tradizioni di volontari non autoctoni. «Siamo sempre aperti a nuove proposte - assicura Giorgio - e con il rinnovo dello statuto la Pro loco entrerà nel Terzo settore».

La salvaguardia storica

Passione per il territorio e un rispetto intriso di affetto per le sue secolari vestigia sono i tratti essenziali di Luigina Enrico, una laurea in Storia dell’arte e un passato da insegnante, che ha dedicato anni allo studio e alla salvaguardia della chiesa protoromanica di Sant’Eusebio, gioiello degli inizi dell’11° secolo in frazione Masero e la meglio conservata dell’epoca in Canavese. «È l’emergenza storico-artistica principale del nostro Comune, il cui uso nei secoli da parte dei fedeli, fino agli inizi del ‘900, ne ha permesso la conservazione», sottolinea l’esperta. Sant’Eusebio rappresenta anche lo scrigno di un capolavoro. «Si tratta di un affresco straordinario datato 1424, quest’anno compirà 600 anni - racconta Enrico- . Fu realizzato da un pittore attivo in Canavese, che per parecchi anni fu conosciuto come Domenico della Marca d’Ancona, ma un recente studio ha scoperto che questo era il nome del committente, un cerusico, ossia un chirurgo. Da un confronto con altri affreschi sul territorio si è accertato che tutti appartengono alla stessa mano e si è stabilito che il nome corretto è Maestro del Chirurgo Domenico della Marca d’Ancona». L’opera è un polittico: al centro appare la Madonna dell’arte, alla sua sinistra Sant’Eusebio e Sant’Antonio Abate; alla destra San Sebastiano e un santo cavaliere di difficile identificazione, forse uno della legione tebea molto venerati in Canavese. L’ecomuseo dell’Anfiteatro morenico di Ivrea ha inserito la chiesa fra le aperture estive. «Attrae un numero soddisfacente di persone, anche da fuori provincia - sottolinea la studiosa -. Per i 600 anni dell’affresco stiamo progettando con il cantastorie Claudio Zanotto Contino, a cui recentemente ho fatto scoprire il nostro gioiello, uno spettacolo all’aperto, dal momento che Sant’Eusebio è anche il patrono di Cuceglio, paese d’origine dell’artista». Altra intenzione è riprendere la tradizione della festa del Santo il 2 agosto con tre momenti: un’introduzione storica, la messa e la merenda sinoira. Luigina Enrico è anche membro dell’associazione Via Romea canavesana, nata circa 20 anni fa per valorizzare l’antico percorso dei pellegrini che dal nord Italia si recavano a Roma e che organizza camminate tra i luoghi di culto del tratto fra Ivrea e il vercellese. «In questi percorsi fungo da guida per Sant’Eusebio e altre chiese lungo la via».