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Февраль
2024

I presidi friulani reagiscono: sbagliato vietare i telefonini a scuola

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UDINE. Nel momento in cui il Pnrr finanzia con oltre 36 milioni di euro la digitalizzazione del sistema scolastico regionale, l’invito a non usare lo smartphone, neppure per fini didattici, nelle scuole dell’infanzia, primaria e medie, suona come una nota stonata.

L’invito del ministro Valditara strappa un sorriso soprattutto ai dirigenti scolastici delle scuole materne, dove i bambini da 3 a 6 anni non giocano con il telefonino.

Fatta questa precisazione, la gran parte dei presidi ritiene che la scuola deve insegnare a usare il telefonino senza vietarlo. Anche perché a casa non sempre l’uso dello smartphone viene regolamentato dai genitori.

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Il ministro

Attraverso le nuove linee guida sull’educazione alla cittadinanza, il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sconsiglia ai dirigenti scolastici e agli insegnanti «l’utilizzo anche a fini didattici dello smartphone dalle scuole d’infanzia alle scuole secondarie di primo grado». Per le scuole primarie raccomanda, invece «l’utilizzo del tablet esclusivamente per finalità didattiche e inclusive».

Se da un lato gli studi scientifici motivano la distrazione tra i ragazzi e i bambini con l’eccessivo utilizzo dello smartphone, dall’altro gli operatori scolastici condividono la tesi, ma respingono i divieti.

Il primo a parlare di contraddizione tra la digitalizzazione in atto del sistema scolastico, iniziata nell’era Covid con la didattica a distanza, è il vice presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi (Anp), Luca Gervasutti, secondo il quale «il consiglio del ministro stona con quanto sta avvenendo nelle scuole impegnate a investire oltre 36 milioni di euro nell’acquisto di strumenti digitali, nell’ambito del piano della scuola 4.0». L’Europa, fa notare sempre Gervasutti, «ci chiede di dare impulso alla digitalizzazione ma dal ministro ci viene consigliato di mettere al bando il digitale».

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Didattica digitale

Nelle scuole superiori di primo grado il telefonino viene usato per scaricare le applicazioni necessarie alla didattica interattiva che richiede l’utilizzo di display digitali.

«Il telefonino a scuola non è uno strumento per fare telefonate, con le dovute precauzioni si può usare e la scuola, che ha anche il compito di educare, non può tagliarlo fuori anche perché significherebbe escludere qualcosa che fa parte della quotidianità» insiste Gervasutti non senza dimenticare di dire che «è più facile mettere al bando piuttosto di educare».

Proprio perché il telefonino, inteso come strumento didattico, può contribuire a sviluppare la conoscenza, Gervasutti è convinto che «si possa usare adottando i dovuti regolamenti e comportamenti».

Pure il rappresentante dell’Associazione dirigenti scolastici (Andis), Stefano Stefanel, anche in veste di dirigente della scuola media Fermi di Udine, invita a «fare attenzione a non allontanare troppo i pre adolescenti da una vita che stanno conducendo anche per iniziativa familiare». Se «l’uso selvaggio del telefonino va bloccato, una prescrizione così secca – sottolinea Stefanel – è irrealizzabile anche perché i telefonini li stanno usando dove sono stati fatti investimenti per la digitalizzazione».

Detto tutto ciò, Stefanel assicura che «nessuna scuola usa il telefonino per scopi diversi da quelli didattici». Allo stesso modo pure i dirigenti scolastici delle scuole materne ripetono che nelle scuole dell’infanzia il telefonino non viene usato neppure per scopi didattici. Stesso copione nelle primarie, mentre alle medie ai ragazzi di terza viene concesso dalle famiglie spesso per avere un maggior controllo sui loro spostamenti.

«Alle medie può capitare una volta all’anno di fare didattica con il telefonino» sostiene la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Udine 1, Sabrina Monai, nel far notare che alle elementari i bambini possono usare i tablet e l’aula Pc per l’attività didattica con gli insegnanti. A suo avviso, l’utilizzo della tecnologia contribuisce a favorire «lo sviluppo del pensiero logico» e quindi il divieto non è giustificato.

Gli allievi delle medie, evidenzia sempre la preside, «quando li metti davanti a un tablet lo sanno usare mentre dimostrano meno abilità con il computer. Non sanno usare la tastiera e tanto meno organizzare una presentazione per l’esame di terza media».

Anche la dirigente dell’Isis della Bassa friulana, già dirigente degli istituti comprensivi di Udine 1 e 2, Maria Elisabetta Giannuzzi, ritiene che vada promosso l’uso corretto dello strumento da parte delle agenzie educative. «Non credo che vietare l’uso del telefonino – continua Giannuzzi – possa essere una soluzione, bisogna regolamentare l’uso».