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Февраль
2024

Una comunità vivace e un commercio solido sono la realtà di Barone

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Barone Canavese

Un piccolo borgo che non arriva a 600 abitanti, ma che ogni anno fa parlare di sé per l’attenzione che riserva all’ambiente e, di conseguenza, ai suoi cittadini. Sede di attività storiche e particolari, dall’antica torrefazione di caffè all’industria locale che ralizza profumi, Barone Canavese dimostra di saper unire tradizione e innovazione, nel pieno rispetto di tutti.

Allo stesso modo, praticando il rispetto e l’inclusione, operano le due associazioni attive in paese, la Pro loco e Alpini di Barone.

Il Gruppo alpini è diretto dal capogruppo Mario Naretto, 67 anni, scelto per essere alla guida dell’associazione lo scorso anno, al posto del precedente capogruppo Dario Vigliocco. «Il nostro gruppo, che appartiene alla sezione di Ivrea – racconta Naretto – è stato fondato il 27 novembre del 1955, siamo quasi coetanei. Ogni anno celebriamo la ricorrenza della costituzione del gruppo in concomitanza con il 4 Novembre. Oggi contiamo una trentina di associati tra alpini e simpatizzanti. Le nostre attività riguardano ovviamente l’appartenenza al Corpo degli Alpini, partecipiamo ai raduni locali e nazionali e non manchiamo mai di dare la nostra presenza alle feste degli altri gruppi del territorio. Tra gli ultimi raduni ai quali abbiamo partecipato con una nostra rappresentanza c’è quello di Udine dello scorso anno, poi abbiamo preso parte anche a quello intersezionale di Biella del 4° raggruppamento, mentre quest’anno ci stiamo già organizzando per quello nazionale che si terrà a Vicenza. In paese, invece, organizziamo la Festa campestre, solitamente in autunno tra settembre e ottobre, mentre con la Pro loco e il Comune partecipiamo alla festa di Natale».

Luca Gamerro, 56 anni, è il presidente della Pro Loco di Barone Canavese, da trent’anni ne è alla guida, anche se le origini del sodalizio risalgono agli anni ’60. «Le nostre attività cominciano a gennaio, alla vigilia dell’Epifania quando organizziamo la festa della befana, che poi ha il compito di fare visita ai nostri cittadini più anziani, over 80, a portare un po’ di allegria e numerosi doni. È sempre molto toccante la felicità dei nostri anziani, che ci accolgono con tanto affetto e calore. Si prosegue, quindi, con il carnevale. È tradizione preparare il piatto tipico, fagioli e cotiche, cotte nelle tofeje e al forno: ne prepariamo oltre duecento porzioni tutti gli anni. Mentre la domenica, dopo il pranzo di carnevale, nel cortile dell’ex asilo si svolge la battaglia dei coriandoli. Quest’anno a fine gennaio abbiamo anche ospitato l’evento di beneficenza a favore del comune di Lugo di Romagna, duramente colpito dall’alluvione dello scorso anno. L’evento ha visto la collaborazione di sette Comuni e sette Pro loco del territorio e sono stati raccolti ben tremila euro. Tra marzo e aprile, invece, collaboriamo con il Comune e l’Unitre di Caluso per la giornata del dialetto piemontese. Si prosegue, poi, con la Madonna d’Agosto, la nostra festa patronale, che ci tiene impegnati con quattro giorni di musica e serate enogastronomiche, che realizziamo anche grazie a un nutrito ed efficiente gruppo di giovani. I ragazzi della Pro Loco organizzano anche la serata musicale con cena a base di polenta e fresse, solitamente in programma tra ottobre e novembre. Le manifestazioni si concludono a dicembre, quando la domenica prima di Natale organizziamo il Sentiero dei presepi in collaborazione con l’associazione del Sentiero delle Pietre bianche, una passeggiata lungo il paese e le campagne per vedere i 36 presepi realizzati dai baronesi».

Barone Canavese, oltre ad essere un’allegra comunità, è un centro molto vivace anche da punto di vista delle attività produttive. Tra queste si annoverano negozi, torrefazioni, aziende agricole, vivai e la particolare Cec Cosmo Devi, che sta per Centro elaborazione cosmesi che si occupa di profumi, prodotti di cosmesi e parafarmacia. A raccontare la sua storia è il fondatore Fulvio De Santi, classe 1953, imprenditore tutto d’un pezzo e dalla grande inventiva: «Ho cominciato come cameriere e dove lavoravo veniva a mangiare il proprietario della fabbrica di profumi che mi offrì di entrare nella sua azienda. Pochi anni dopo la rilevai. Era il 1976 quando in via Bassetti a Torino aprii la prima sede della Cec. Allora potevamo contare su un deposito di alcool, la base dei nostri prodotti, da mille litri. Dopo poco tempo ci trasferimmo in via Reiss Romoli, ma il sito non era quello adatto a causa della vicinanza con un deposito di carburanti che lo particolarmente pericoloso. Così ho dovuto trasferire l’attività e, uscendo da Torino, ho trovato l’occasione di aprire la mia fabbrica, qui, a Barone dove abbiamo cominciato l’attività nel 1991. Ci siamo ingranditi potendo contare su un serbatoio da 5mila litri prima e poi fino a 9.999 litri allo stato attuale. E siccome nel mio lavoro non c’è pietà per chi è ignorante nell’82, mentre lavoravo mi sono dedicato allo studio e ho preso il diploma, dedicandomi in particolare a corsi di chimica, grafica e marketing, in modo da avere maggiori e utili conoscenze per la mia impresa».

In che cosa consiste l’attività lo spiega nel dettaglio il titolare: «Produciamo per conto terzi dalla cosmetica alla profumeria alcolica, ma anche prodotti per la pulizia di viso e corpo. Abbiamo anche brand nostri come Aromika ed Erbario Montechiaro, oppure lavoriamo per la grande distribuzione, sia fornendo prodotti a marchio nostro oppure realizziamo marchi propri di quest’ambito. I nostri clienti sono grandi brand, sia in Italia che all’estero, e abbiamo un nostro corrispondente a Dubai che si occupa specificamente del mercato arabo. Attualmente impieghiamo dodici persone, con ulteriori assunzioni nei periodi di maggior richiesta».

Un profumo diverso, è quello della torrefazione Antico Piemonte, attività con una lunga tradizione che affonda le sue radici ai tempi di Michele Giuliano Albo, fondatore anche del Caffè Giuliano e nonno del titolare Riccardo Cordera. La torrefazione, che distribuisce a livello nazionale, ha sede in paese e persegue la tradizione iniziata negli anni ’50: «Il caffè viene venduto e confezionato in diverse misure, in scatole o latte come si usava una volta» . —

(hanno collaborato Viola Configliacco, Valerio Grosso, Lydia Massia, Massimo Sardo)