Un affresco di ossessioni, rock e politica in tre libri da leggere
Puttane per Gloria, di William T. Vollmann (traduzione di Antonio Scurati; Minimum Fax), narra di Jimmy, allucinato reduce del Vietnam, e della sua ricerca di Gloria, una prostituta che forse vive solo nella sua testa, tra le strade del Tenderloin, il quartiere più degradato di San Francisco, in un decennio, gli anni Ottanta, che la vedono orfana del sogno hippie, e dove gli alberghi a ore e le tane per tossici e senzatetto superano di gran lunga gli shop di t-shirt psichedeliche e altri amuleti del defunto “Make love, not war”. Jimmy, disperato e solo, intervista tutte le prostitute che incontra (e che paga grazie al sussidio dell’esercito), si fa raccontare le loro storie per ricomporre, con i frammenti delle loro vite, la presenza di Gloria.
Quello narrato da William T. Vollmann è un pellegrinaggio letterario esplosivo, scritto con uno stile lirico, febbricitante, duro, che rende verosimili e visive le verità strazianti dei truffatori, degli alcolizzati, delle prostitute che si fanno picchiare dai clienti, delle mogli sfruttate dai mariti, dei seminatori di AIDS, degli eroinomani. Nella ricerca di un probabile sogno a occhi aperti, Jimmy diventa protagonista di un romanzo intenso e bellissimo, che anticipa l’altrettanto stupefacente Storie di farfalla, altra storia dove la perdita di ogni certezza e lo sprofondare nel delirio dell’irreale diventano valori imprescindibili per la costruzione ottica e psicologica degli antieroi dell’autore californiano.
Soft Seventies. L’epoca d’oro del soft rock, di Francesco M. Tandoi (Rogas), è un esaustivo testo che analizza l’evento del soft-rock, da quando, il genere (o forse sarebbe meglio dire “i generi”) si affaccia sulla scena musicale internazionale all’inizio degli anni Settanta, fino agli anni Ottanta, decennio in cui passa la staffetta alla musica elettronica e al cotonato hair metal. Dopo la lisergica Estate dell’Amore, l’esplosione della contestazione contro la Guerra in Vietnam, il ’68, le lunghe suite impegnate di Doors, Grateful Dead, Jefferson Airplane, Country Joe and The Fish, Moby Grape, Big Brother and the Holding Company, Spirit ecco che arriva, sempre dalla West Coast, un nutrito gruppo di nuovi artisti che provano a dare un rinnovato slancio alla musica popolare.
Il libro è diviso in due parti. Nella prima vengono analizzati i motivi di questo cambiamento, quali sono le nuove tipologie produttive e musicali, quali sono gli sviluppi del soft-rock in Europa e in Italia. Nella seconda parte vengono analizzati i protagonisti e la discografia essenziale, e date pillole di curiosità ai lettori. Un testo agile, interessante, capace di far rivivere un’epoca d’oro della musica “suonata”.
Rumore rosso. Patti Smith in Italia: rock e politica negli anni Settanta, di Goffredo Plastino (Il Saggiatore), è una testimonianza di come due concerti del Patti Smith Group (negli stadi di Bologna e Firenze, il 9 e il 10 settembre 1979), possano risultare materia per raccontare la complessa situazione culturale e politica dell’Italia di fine anni Settanta. Alternando documenti, fanzine, tatzebao, interviste, fotografie, illustrazioni e stralci dei giornali (istituzionali e underground) dell’epoca, il volume di Goffredo Plastino traccia un percorso, pieno di spunti originali, su una generazione e la sua voglia di cambiamento. Una realtà, a tratti inafferrabile e multiforme, rappresentata da quasi centocinquantamila giovani accorsi per assistere alla performance di Patti Smith, spettatori e partecipanti del taglio del traguardo di un viaggio iniziato nel 1968, con l’attacco al modello borghese e alla boria militarista americana, proseguito nel 1977 con la moltiplicazione dei gruppi extraparlamentari, le pistolettate nelle piazze, l’emergere di nuove sottoculture musicali e culturali.
Rumore rosso è un affresco storico e sociale che affianca alla figura della cantautrice e performance di Chicago, Edoardo Sanguinetti, Nanni Balestrini, Stefano, Benni, Riccardo Roversi, Alberto Arbasino, il Movimento, gli Skiantos, il punk, gli Indiani Metropolitani, Franco Berardi, Enrico Berlinguer, il PCI, la DC e tutto ciò che ha rappresentato un periodo irripetibile della storia del nostro Paese.
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