Iniziata a Milano l’autopsia bis sui resti di Liliana Resinovich
TRIESTE I resti di Liliana Resinovich giovedì sono tornati sotto i riflettori di una sala settoria, stavolta negli spazi dell’Istituto di Medicina legale dell’Università di Milano.
La prima autopsia fu eseguita a Trieste, nell’obitorio comunale di via Costaluga, l’11 gennaio 2022, dopo che l’8 gennaio il cadavere era stato sottoposto a Tac. Le nuove operazioni autoptiche giovedì sono iniziate verso le 12.30, alla presenza dei consulenti della Procura di Trieste e di quelli nominati dalle parti lese.
Per prima cosa i professionisti hanno definito, seguendo i punti che il pm Maddalena Chergia aveva indicato conferendo l’incarico al collegio peritale, i passi da compiere. Poi è iniziata l’ispezione sui resti, a cui ha fatto seguito il prelievo dei tessuti.
Ora servirà altro tempo, quello utile ad allestire i preparati necessari al processo di analisi dei tessuti. Quando i risultati saranno evidenti, l’antropologa forense Cristina Cattaneo, che guida il collegio peritale della Procura, darà comunicazione del prossimo appuntamento ai consulenti delle parti lese.
La convocazione potrebbe essere fissata indicativamente entro i primi dieci giorni di marzo. Tra le prossime analisi ci sarà anche quella sui vestiti che la donna indossava quando, il 5 gennaio 2022, fu trovata cadavere nel parco di San Giovanni. Alla fine i professionisti hanno mantenuto il massimo riserbo.
«Le operazioni sono lunghe e complesse e solo alla fine sarà possibile fornire delle risposte», si è limitato a spiegare Raffale Barisani, il medico legale incaricato dal marito di Lilly, Sebastiano Visintin.
Arrivando all’appuntamento, Vittorio Fineschi – che con Stefano D’Errico è consulente per la parte medico-legale di Sergio e Veronica Resinovich – ha ribadito le sue perplessità sull’ipotesi suicidaria: «Tutto è possibile – ha dichiarato – ma quella del suicidio secondo noi è un’ipotesi residuale. Pensiamo ci sia stata l’azione di persone terze»