L’occhio di Lorenzo Colugnati “cattura” le scene della fiction su Mameli
CAPRIVA «La mia è una figura tecnica: molti non sanno nemmeno che esisto». Per quanto tecnica, la professione del montatore è legata a doppio filo a quella del regista e gioca un ruolo fondamentale nel decretare il successo di un prodotto audiovisivo. Lorenzo Colugnati, 40 anni di Capriva del Friuli, è il montatore del film tv in due puntate dedicato a Goffredo Mameli.
La fiction diretta da Luca Lucini e Ago Panini andrà in onda lunedì e martedì in prima serata su Raiuno. Colugnati è l’ennesimo professionista espresso dall’Isontino nel campo cinematografico. «La nostra regione ha grandi lavoratori e ha anche realtà fantastiche», ricorda, citando, per esempio, il ruolo della Film Commission «che ha portato in Friuli Venezia Giulia tante produzioni, anche straniere». Proprio lunedì è stata trasmessa, sempre da Raiuno, “La rosa dell’Istria”, la fiction sull’esodo girata tra Gorizia, Gradisca, Mossa, Sagrado, Cividale e Trieste.
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Prodotta da Pepito Produzioni, in collaborazione con Rai Fiction, “Mameli -Il ragazzo che sognò l’Italia” avrà location completamente differenti, ma con la presenza tecnica di Lorenzo le due fiction sono collegate da un a sorta di filo rosso virtuale.
Gli esordi
Il percorso professionale di Colugnati parte da lontano. «Ho scoperto la passione per il montaggio in modo non convenzionale - spiega -. Spesso chi fa questo mestiere racconta di aver visto un film che gli ha cambiato la vita. Per me l’approccio al cinema è arrivato in modo differente. Sono cresciuto in una famiglia che in casa teneva tanti libri, con molti classici. Sono avido di lettura da sempre e un giorno ho scoperto che si poteva scrivere anche con le immagini, non solo con le parole. Mi è scattato un click e mi sono buttato in questo mondo. Ho cominciato con un corso di formazione privato a Firenze, poi è seguito uno stage a Milano, quindi ho mandato i dvd con i miei montaggi artigianali in giro fino a che, dopo un colloquio, è partito tutto».
I riconoscimenti
Dopo una ricca esperienza tra Milano, Roma e Vancouver, dove ha collaborato all’edizione di pluri-premiate serie televisive prime-time, Colugnati ha raccolto in questi anni numerosi riconoscimenti nel campo della pubblicità e dei cortometraggi. Please Arrest me del regista belga Xavier Mairesse è stato il sedicesimo documentario breve più premiato al mondo nel 2022 con riconoscimento raccolti, tra le altre cose, ai festival di Cannes, Londra, New York e Singapore. Di recente Lorenzo ha curato il montaggio del videoclip di Marracasch “Importante”, diretto da Ludovico di Martino, e il corto per Emergency “Last Man on Earth”, con la regia di Igor Borghi che nel 2023 ha ricevuto il premio Best editing (miglior montaggio) alla One-Reeler Short Film Competition di Los Angeles.
Alzare la qualità
«Il cinema è ancora democratico. C’è artigianalità e si può imparare il mestiere andando a bottega dai professionisti - sottolinea -. Lavorando tanto nel campo della pubblicità ho avuto il vantaggio di poter sperimentare e, soprattutto, di passare rapidamente da un regista a un altro e questo mi ha permesso di vedere tanti modi diversi di lavorare. Un montatore deve prendere la visione di qualcuno e rimanerne fedele, apportando però un miglioramento. In “Mameli”, c’è una scena drammatica, con la morte di uno dei migliori amici del protagonista: è stata girata dal punto di vista del protagonista stesso, ma quando ho visto il girato mi sono accorto dell’interpretazione superiore del padre. Ho quindi spostato il punto di vista e la scena è diventata ancora più drammatica. E questo che deve fare un montatore: offrire un occhio esterno analitico in grado di alzare la qualità».
La fiction Mameli
Per quanto riguarda la fiction, Colugnati assicura che sarà un prodotto diverso rispetto alle serie italiane a cui siamo abituati. «Non che non ci sia qualità da noi, ma i colossi stranieri ci hanno travolti con un ritmo diverso e quello che viene fatto in Italia è visto come “Vecchia scuola”. Qui ci saranno dialoghi più accattivanti, ritmo più sostenuto, camere a mano che entrano nell’azione: sarà coinvolgente perché utilizzerà tutti gli strumenti del cinema moderno. Il concetto è “Svecchiare il Risorgimento”: parlare ai ragazzi dando una chiave di lettura diversa a un periodo storico che è visto come polveroso. Mameli, Bixio e Mazzini li abbiamo studiati a scuola, ma, alla fine, li identifichiamo con nomi di strade o di piazze. Non dimentichiamoci invece che Mameli aveva 19 anni quando scrisse quello che sarebbe diventato l’inno nazionale e che per i suoi ideali morì a 22», conclude Colugnati.
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