Mestre, un altro giorno da bollino rosso. Smog alle stelle
Le previsioni di Arpav per il 1° febbraio indicano una vasta area tra Venezia, Padova e Treviso, con concentrazioni di Pm10 superiori ai 100 microgrammi per metro cubo, il doppio del limite. Dal parco Albanese a via Tagliamento le centraline dell’aria confermano con i dati in diretta che l’aria che respiriamo in questi giorni è pessima.
Siamo infatti in zona rossa e mercoledì il nuovo bollettino dell’Agenzia per l’ambiente potrebbe confermare il massimo livello di allerta nelle limitazioni al traffico e ai riscaldamenti, che interessano nell’agglomerato di Venezia, a San Donà e Chioggia oltre 100 mila veicoli, compresi i motori Euro 5 privati e commerciali. I Comuni si devono adeguare in virtù dell’accordo padano per il contenimento degli inquinamenti ma da anni questi provvedimenti sono vissuti con rassegnazione e senza eccessiva convinzione.
La cappa di smog è tipica della val Padana, tra le aree più inquinate d’Europa, e per questo l’Italia è sotto infrazione dell’Europa. Ma nella mappa europea della qualità dell’aria, che monitora in tempo reale, lo smog nei grandi centri il Veneto (assieme a regioni come l’Emilia Romagna) ancora non c’è. Dall’Agenzia per l’ambiente rassicurano che a breve nella mappa europea ci saranno anche le centraline venete e le otto veneziane. Intanto ieri, girando in auto (ibrida) per la Mestre in allerta rossa si sono viste tante vetture in circolazione, come in una giornata normale di attività e movimenti delle persone. E pochi vigili in giro. A fine giornata un primo bilancio: alcune decine le sanzioni, dicono dalla control room. Poche, anche per l’effetto delle tante deroghe.
«Provvedimenti all’acqua di rose e con pochi controlli. La situazione è questa. Ma anche durante le amministrazioni di centrosinistra, anche se attuavamo controlli più rigorosi, va detto, i risultati erano decisamente limitati», spiega Gianfranco Bettin, ex assessore comunale all’ambiente ed oggi consigliere comunale di opposizione a Venezia. «Evidentemente occorre cambiare strategia: provvedimenti davvero di area vasta e nuove misure. Quelle di limitazione del traffico, come vengono fatte da anni, oramai segnano il passo e oltre alla educazione non si producono effetti. Meglio sarebbe stato utilizzare i fondi Pnrr per le bonifiche ambientali, per la rigenerazione urbana e per spingere fortemente sulla mobilità sostenibile e il potenziamento del trasporto pubblico».
E dopo il nostro articolo sulle stazioni Sfmr con i cantieri al palo da mesi, tra Porto Marghera, Gazzera e via Olimpia, Bettin evidenzia. «Proprio il fatto che la Regione abbia sostanzialmente decretato il fallimento del progetto Sfmr sta producendo una penalizzazione per i grandi attrattori di traffico, aeroporto compreso. Perché quelle stazioni potevano aiutare a ridurre il peso del traffico veicolare in una città che fa i conti con l’inquinamento non solo della tangenziale ma anche del Passante», dice.
Nuove politiche servono, dice Bettin riferendosi anche alla riqualificazione energetica dei grandi condomini della città e la riduzione delle emissioni delle aziende. «L’ultimo Paes, piano di azione per l’energia sostenibile, di Venezia ha oltre 10 anni. Lo feci approvare io da assessore. È ora di rimetterci mano aggiornandolo. Allora noi scegliemmo anche di chiudere l’inceneritore, mentre ora ne aprono di nuovi a Malcontenta».