Tredicenne aggredita dalle bulle: ora corsi dei carabinieri a scuola
Dopo il gravissimo episodio di violenza avvenuto davanti ad una scuola della città, i carabinieri riprendono i corsi all’interno degli istituti padovani che girano intorno al cosiddetto “bullizzometro” realizzato dall’Arma per prevenire e fermare in tempo altri eventuali episodi di bullismo.
Le lezioni dei carabinieri, coordinate anche da Giovanni Soldano, luogotenente della stazione di Padova Principale, riprenderanno proprio dalle scuole coinvolte nella vile spedizione punitiva. In questa stazione dell’Arma è stata presentata la denuncia dei genitori della ragazza di 13 anni picchiata brutalmente da tre allieve di 14, che frequentano la prima classe superiore in due istituti cittadini.
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All’interno delle scuole, poi, affinché gli studenti prendano coscienza di atti ignominiosi che non devono essere più commessi, sono stati potenziati i corsi contro il bullismo ed il cyberbullismo già delineati nel Pof (Piano dell’Offerta Formativa) approvato dal collegio dei docenti all’inizio dell’anno scolastico.
I primi istituti coinvolti
Innanzitutto i percorsi educativi di questo genere sono ripartiti nelle tre scuole coinvolte nel pestaggio. «Già dal primo giorno dopo l’atto di violenza stiamo progettando nelle classi nuovi interventi pedagogici per tutelare i nostri allievi da eventuali episodi simili» scrive la vice-preside della scuola dove studia la minore aggredita.
Si stanno muovendo in tale direzione anche quasi tutte le scuole della città e della provincia. «L’istituto tecnico agrario Duca degli Abruzzi già da anni ha istituito un team di docenti e di esperti addetto alla prevenzione del bullismo ed anche del cyberbullismo» osserva il vice preside Oscar D’Agostino «L’episodio accaduto una settimana fa ci deve far riflettere ancora di più. Fatti simili non devono più accadere. Nei percorsi che abbiamo messo in piedi già da alcuni anni bisogna fare ancora di più per coinvolgere i genitori».
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Patto tra genitori e scuole
A tale proposito scende in campo anche una mamma che ha due figli che frequentano la scuola dell’obbligo. «A questo punto diventa essenziale realizzare un vero e proprio patto tra i genitori e le scuole singole per prevenire il bullismo in tutte le sue forme» assicura Rossella Salvan, che è anche vice presidente della Consulta Nord «La scuola deve restare un tassello importante per educare i ragazzi anche e specialmente sotto questo profilo perché, in una società sempre più condizionata dai social, le parole e le attenzioni di noi genitori spesso non sono sufficienti contro le violenze che avvengono dentro e fuori dalla scuola».
Per il resto sia il provveditore agli studi, Roberto Natale che Enrico Ghion, preside del liceo artistico Selvatico e presidente provinciale di Anp, confermano che proprio la scuola padovana, nel suo complesso, sia in passato che anche oggi, è all’avanguardia nella lotta al bullismo. Sia Natale che Ghion riferiscono che proprio quanto successo davanti ad una scuola media costituisce uno stimolo in più per accelerare e migliorare i programmi dell’offerta formativa contro il bullismo e violenze.