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Январь
2024

Non era malata ma aveva perso un figlio: Marta “suicidata” in Svizzera, i parenti avvisati con una mail

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Era in ottima salute, non aveva malattie, aveva una bella famiglia che la amava ma Marta, donna italiana di 55 anni, con un impiego in ambito scientifico a Torino, si è rivolta a un’associazione in Svizzera per il suicidio assistito ed è morta lo scorso 12 ottobre. Il motivo? La perdita di un figlio, tre […]

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Era in ottima salute, non aveva malattie, aveva una bella famiglia che la amava ma Marta, donna italiana di 55 anni, con un impiego in ambito scientifico a Torino, si è rivolta a un’associazione in Svizzera per il suicidio assistito ed è morta lo scorso 12 ottobre. Il motivo? La perdita di un figlio, tre anni fa. Il “suicidificio” svizzero non ha concesso ai familiari neanche una possibilità di convincere la donna a desistere dal suo intento: i parenti, infatti – come racconta oggi “Repubblica” – non sono stati coinvolti, tranne per il fatto che un’ora prima della morte, il suo avvocato ha ricevuto un sms da un numero anonimo, con le ultime volontà: “Per favore, vai a casa, stacca le utenze, regala i miei vestiti in beneficenza e affida a mio marito l’urna con le ceneri di nostro figlio“.

Marta ha pagato per essere “suicidata” in una clinica della Svizzera

Al marito della donna è arrivata dalla clinica una mail, a suicidio avvenuto, che è finita nello spam della cassetta di posta elettronica dell’uomo. Alcuni giorni dopo gli è stata recapitata l’urna con le ceneri con un certificato di morte senza riportare una causa.

Repubblica” riporta la vicenda e anche l’amarezza del marito della signora Marta, imprenditore che risiede in Canada per lavoro, di cui riporta la testimonianza. “Mia cognata aveva scoperto che Marta stava andando in una clinica svizzera nella quale si pratica il suicidio assistito. Abbiamo raggiunto Marta e l’abbiamo fatta ragionare. Ci aveva tranquillizzati, assicurandoci di avere accantonato l’idea”. La clinica, viene riportato, è a Basilea e il marito e la sorella di lei avevano cercato invano di contattarli per spiegare che nel gennaio del 2023 era morto il figlio adolescente per una malattia degenerativa, quindi la donna era seguita da uno psichiatra”.

Una mail finita nello spam e le ceneri spedite a casa…

Marta è morta ricorrendo al suicidio assistito in un centro medico a 15 minuti dal cuore di Basilea. La clinica ha avvisato la famiglia solo a cose fatte, con una mail finita nello spam della casella di posta elettronica del marito. Alcuni giorni più tardi l’uomo ha ricevuto a casa l’urna con le ceneri. La donna aveva pagato 10mila euro per morire.

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