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Январь
2024

Boninsegna: «Vi racconto il mio amico Gigi Riva»

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«Se n’è andato uno dei più grandi. Un amico». Con queste parole Roberto Boninsegna accoglie la notizia della morte di Gigi Riva, per lui sempre il ragazzo con cui visse anni memorabili a Cagliari, per poi ritrovarsi in Nazionale nell’avventura di Messico 70.

Ve lo do io Rombo di Tuono

«Quando arrivai a Cagliari, nel ’66, finii subito in camera con Gigi - racconta il Bobo -. Nessuno voleva starci, dato che lui all’epoca già fumava. E parecchio. Eravamo sempre insieme: a colazione, a pranzo, in giro con la sua Alfa truccata... Anni memorabili. Anche se andare in auto con lui era decisamente pericoloso: amava correre, era un “Rombo di Tuono” anche al volante. Ricordo che una volta fece un paio di curve su due ruote e gli dissi che doveva portarmi subito a fare un’assicurazione sulla vita. Quando ci fermava la polizia, lo riconoscevano e gli chiedevano l’autografo anziché farci la multa... I sardi l’hanno sempre amato e lui si era innamorato dell’isola e della sua Cagliari. Sembrava un burbero - aggiunge Boninsegna - invece era un amicone. Era sempre lui a organizzare riunioni, anche in ritiro per parlare o giocare a carte. Ricordo una notte mister Scopigno entrò in camera e c’era un fumo che non ci si vedeva: tirò fuori le sigarette e disse “disturbo se fumo?” Poi guardò me, Riva, Alberto, Cera e Niccolai e disse “fra 5 minuti tutti a letto”.

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Amici-nemici in campo

«In campo aveva un solo piede, il sinistro, ma valeva per due, era forte di testa e aveva un gran fisico. Eravamo una coppia strana: entrambi un po’ egoisti, come dev’essere un vero attaccante, a volte ci scontravamo accusandoci di non esserci passati la palla. Ma se uno stopper provava a picchiare uno dei due, state certi che se la vedeva brutta».

L’Inter e il Messico

«Dopo aver ottenuto il secondo posto a Cagliari, Scopigno mi disse che uno fra me e Riva doveva essere ceduto per motivi economici. La Juve faceva ponti d’oro, ma Gigi non ne voleva sapere. Io invece dissi “vado via soltanto se torno all’Inter”. Mi accontentarono e il resto un po’ lo conoscete. Con Gigi poi ci ritrovammo in Messico, ma io arrivai dopo a causa dell’infortunio di Anastasi e dunque mi trovai in camera con Prati. Ma anche lì ricordo una notte che giocavamo a carte e i mariachi messicani suonavano sul tetto per non farci dormire. Noi gli dicevamo “venite qui che facciamo festa insieme” ma poi arrivò la polizia e li mandò via. Nell’ultimo anno - conclude il Bobo - Gigi non l’ho più sentito, mi hanno detto che non rispondeva più a nessuno. Se n’è andato uno dei più grandi, questo è certo».