Libro Blu 2022, il sistema Giochi funziona bene ma va riformato
Il sistema del gioco pubblico in Italia funziona efficacemente, come dimostrato dai dati del Libro Blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Nel 2022, – ultima data di rilevazione completa dei dati -, la filiera del gioco ha generato 11,22 miliardi di euro di entrate erariali dirette, segnando un incremento del 33,40% rispetto al 2021. Inoltre, alle tasse già menzionate si sommano le entrate derivanti dalle altre imposte ordinarie che le aziende del settore del gioco versano, in maniera simile a quanto avviene in tutti gli altri settori industriali.
La filiera del gioco, supportata dall’exploit del settore terrestre, è ritornata ai fasti del passato con ritmi di crescita simili allo scorso decennio. Alla crescita della spesa e delle entrate erariali ha contribuito soprattutto la fascia d’età compresa tra i 24 e i 35 anni, i cosiddetti Millennials che negli ultimi anni si sono avvicinati sia al gioco terrestre che a quello online.
IL BOOM DELLA SPESA E L’EFFICACIA DELLE ATTIVITÀ DI CONTRASTO AL GIOCO ILLEGALE
Il Libro Blu ha rivelato dati significativi sulla spesa nel settore dei giochi nel 2022. È emerso che l’80% della spesa totale è stata effettuata attraverso la rete fisica di giochi e scommesse. In particolare, il gioco fisico ha registrato una spesa di 16,5 miliardi di euro, mentre il gioco online ha raggiunto circa 3,9 miliardi di euro (3.879,10 milioni per la precisione). La Lombardia si è distinta come la regione con la spesa più alta, raggiungendo 3.177,15 miliardi di euro, seguita da Campania con 1.814,68 milioni, Lazio con 1.612,55 milioni e Sicilia con 1.144,02 milioni.
Ma il successo del settore non è importante solo per gli operatori di gioco e le casse dello Stato, ma anche per il ruolo che il sistema gioco svolge per il contrasto all’illegalità e la tutela dei consumatori, inclusi i minori.
Il report annuale dell’Adm ha evidenziato l’efficacia dei controlli e delle sanzioni nei punti vendita e l’inibizione di siti web irregolari, che hanno impedito quasi 250mila tentativi di accesso da parte dei consumatori. Inoltre, una recente operazione della Polizia di Stato ha portato al controllo di oltre 600 esercizi commerciali, identificando 3339 soggetti e sequestrando apparecchiature illegali, con 66 denunce e oltre 215 violazioni amministrative per un importo superiore ai 600mila euro.
L’APPELLO DI ASSOCIAZIONI E OPERATORI PER UN RIORDINO GLOBALE
Nonostante i risultati positivi registrati in questo triennio, i protagonisti della filiera stanno spingendo verso la necessità di vere riforme, come il Riordino del gioco pubblico, per migliorare ulteriormente il settore. Analizzando i dati finanziari della filiera, si nota che ancora oggi oltre la metà dei proventi proviene dal gioco fisico e dagli apparecchi da intrattenimento. Questo aspetto richiede cautela e riflessione nell’approccio alle riforme. È corretto e urgente regolamentare adeguatamente il settore del gioco online, ma è altrettanto importante non trascurare o dimenticare il settore fisico e quello già esistente.
Le associazioni di settore e gli operatori di gioco sottolineano come sia fondamentale sviluppare politiche e piani di rilancio che pongano l’accento sulla formazione, sulla lotta contro l’illegalità e, ovviamente, alla prevenzione delle dipendenze, anche in risposta alle sfide emergenti dal progresso tecnologico, come l’uso dell’intelligenza artificiale.
Nel settore del gaming, l’analisi si concentra spesso esclusivamente sull’aspetto finanziario, trascurando la portata di un fenomeno collaterale come il gioco illegale, che rappresenta un mercato di oltre 20 miliardi di euro. Questa realtà parallela non solo danneggia economicamente gli italiani, inclusi i più giovani, ma costituisce anche una concorrenza sleale per le aziende regolamentate del settore, le quali, nonostante collaborino con lo Stato, si trovano spesso a operare in un contesto complesso a livello legislativo.
È importante ricordare che il settore del gioco pubblico italiano non è composto solo da grandi aziende note al pubblico e quotate in Borsa, ma anche da numerose piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, distribuite su tutto il territorio nazionale. Queste imprese incarnano l’eccellenza italiana nella produzione di qualità e tecnologia, riuscendo spesso a sottrarre clientela al mercato illegale, ancora molto diffuso.
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