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Январь
2024

I veneziani rinunciano a crociere sul Mar Rosso e spiagge di Sharm: la guerra fa paura

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Turismo nel Mar Rosso, crollano le prenotazioni primaverili, reggono per il momento quelle già fatte. È l’effetto dei venti di guerra che soffiano in quell’area del Medio Oriente dopo l’invasione della striscia di Gaza, da parte di Israele.

Rispetto allo scorso anno le prenotazioni per il Mar Rosso, che vuol dire quasi esclusivamente le spiagge dell’egiziana Sharm el Sheikh, sono calate di oltre il 20 per cento. Ancora peggio, con la mancanza assoluta di biglietti e settimane vendute, stanno facendo la Giordania e l’Egitto classico. Mete tipicamente primaverili in quanto la stagione estiva le rende impraticabili.

«Una reazione ingiustificata a una situazione che c’è in un luogo ben lontano da Sharm. Basta guardare una cartina geografica per capire che Sharm è ben lontana dal golfo di Aden dove ci sono gli attacchi alle navi in transito.

Tra le altre cose la Farnesina non ha fatto nessuna nota di pericolo per le località balneari che solitamente diventano meta turistica in periodo primaverile» spiega Silvia Russo, presidente della Fiavet (Federazione italiana agenzie viaggi e turismo) di Venezia.

«Se per il momento non ci sono disdette, invece sono in forte rallentamento le prenotazioni per tutti quei viaggi tipici del periodo primaverili.

Stiamo registrando, rispetto allo scorso anno, un calo di oltre il 20 per cento. Purtroppo vanno molto peggio i viaggi di aprile e di Pasqua per la Giordania e le crociere dell’Egitto classico. In questo caso praticamente non ce ne sono proprio. Questo è dovuto anche al fatto» continua Russo, «che alcune compagnie aeree hanno cancellato i collegamenti.

E la situazione sta avendo ripercussioni negative pure su Dubai. Rimane incomprensibile quanto sta succedendo. La causa scatenante è legata al fatto che c’è un’informazione generalizzata che spiega bene dove avvengono i fatti. Basti pensare che non c’è alcuna nota del nostro ministero per gli Affari Esteri su eventuali rischi che si corrono andando in vacanza sul Mar Rosso. E poi noi non siamo matti a mandare dei clienti in zone dove possono correre dei pericoli».