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Январь
2024

Il piano dell’architetto Kipar per l’area ex Tripcovich a Trieste: «Un angolo del Carso» davanti a Porto vecchio

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TRIESTE «Un inno alla natura, un’installazione, un richiamo alla biodiversità: così, in quel punto della piazza, irromperà un angolo del Carso». Andreas Kipar si appassiona nell’illustrare il suggestivo progetto che lui provvisoriamente ha chiamato «Occhio di Massimiliano» – il nome vuole essere un omaggio all’interesse per la botanica dell’arciduca d’Asburgo –, l’elemento che in piazza della Libertà interverrà nel vuoto lasciato dalla Sala Tripcovich.

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L’angolo verde a Miramare

L’archistar, in un perfetto italiano, nel corso di una conferenza stampa nel Salotto Azzurro del Municipio, ha raccontato come a dargli spunto sia stato un grande masso sulla riva del mare, visibile dalle finestre del Castello di Miramare: sopra a quella imponente pietra è nato spontaneamente un piccolo angolo verde.

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«Uno spettacolo, un miracolo, incantevole», ha fatto notare ieri esibendo uno scatto di quel masso, svelando intanto qualche dettaglio in più su quell’«intarsio di natura» che verrà inserito nel “Passaggio Libertà”, il progetto sostenuto da un finanziamento regionale da 2,7 milioni e che lo stesso Kipar sta disegnando per andare a riqualificare tutta l’area di piazza della Libertà e largo Città di Santos, in collegamento visivo con l’ingresso di Porto Vivo.

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Progetto più ampio

Il progetto, che va ad intervenire negli spazi della defunta Sala Tripcovich, è più ampio e include il rifacimento della pavimentazione, nuove alberature, percorsi pedonali e il collegamento ciclabile tra le Rive e la Stazione ferroviaria. In quel contesto, in quella che oggi è una spianata di ghiaia, è previsto il posizionamento di due grandi pietre, due rocce – Kipar ha già avviato la ricerca di quegli elementi passando in rassegna alcune cave, tra le quali quella di Monrupino – «che si sosterranno – ha illustrato –, sistemate in maniera tale da lasciare una fessura tra di loro, un’apertura che permetta il passaggio della luce». Intorno salvia, prato, muschio, euforbie, massi di dimensioni più ridotte e un rivolo d’acqua che garantirà la giusta irrigazione e terrà lontani polvere e smog. «Sarà un’area verde che poi si auto-alimenterà, proprio come avviene in natura», ha aggiunto l’architetto.

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Il sindaco e la Regione

Conquistato dal progetto, il sindaco Roberto Dipiazza ha evidenziato come quell’elemento di natura che irromperà in quel contesto «incuriosirà i turisti, stimolandoli a scoprire il Carso e magari ad intrattenersi qualche giorno in più in città: si chiama economia, ed è quello che mi interessa alimentare».

La Regione, come detto, ha dato gambe finanziariamente al progetto che «interessa il punto di ingresso della città – così l’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti – che poi si connette con il Porto vecchio, il cui riuso rappresenta un obiettivo primario per l’amministrazione, testimoniato dai 140 milioni di euro stanziati per lo spostamento degli uffici regionali in quel sito».

Soddisfatta, a sua volta, per come Kipar sta disegnando quegli spazi, l’assessore comunale ai Lavori pubblici Elisa Lodi anticipa come quell’area orfana della Sala Tripcovich potrebbe, a lavori terminati, chiamarsi “Passaggio Libertà” o “Occhio di Trieste”, confermando quindi come il nome “Occhio di Massimiliano” sia stato usato inizialmente solo per il collegamento dell’idea con quel masso visibile dalle finestre di Miramare e per la passione dell’imperatore per la botanica.

"Occasione persa”

Parlando di «occasione persa per coinvolgere professionalità triestine», il segretario provinciale di Azione Arturo Governa, in una nota, rileva come «affidarsi a studi internazionali nella progettazione è legittimo ci mancherebbe, ma perché non si è organizzato un concorso di idee, consentendo così anche a professionisti cittadini di contribuire a ridisegnare un’area che è il primo biglietto da visita per chi fa il suo ingresso in città?».

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