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Январь
2024

Disabili: da Mantova l’appello anti-tagli

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«Chiediamo a Regione Lombardia di rivedere i contenuti della delibera e aprire un tavolo di confronto con gli enti locali. Non è accettabile che al tempo stesso si taglino le risorse per la disabilità grave (da 400 a 100 euro al mese per un caregiver, è una cifra che si commenta da sola) e si scarichino sui Comuni maggiori oneri». L’appello dell’assessore comunale al Welfare Andrea Caprini è in linea con quello lanciato da altri assessori di Comuni lombardi dopo aver ricevuto il programma operativo regionale sul Fondo per la non autosufficienza.

L’appello

«I servizi sociali - spiega Caprini - stanno già facendo sforzi incredibili per garantire adeguati livelli di cura e assistenza per la disabilità, accompagnare progetti di vita indipendente e sostenere le famiglie. Se i servizi vanno riorganizzati si deve gestire questa fase in modo condiviso e non calare dall’alto decisioni unilaterali». Come spiega l’assessore, Autonomie locali Lombardia ha chiesto a Regione un ripensamento perchè «servono tempi e risorse per riorganizzare i servizi e dare risposte concrete a migliaia di famiglie con disabili gravi e gravissimi oggi assistiti al domicilio». A preoccupare sindaci e amministratori dei Comuni lombardi è che la delibera della giunta regionale 1669 dispone una riduzione dei sussidi a favore delle persone con disabilità gravissima e grave a partire dal 1° giugno , con l’obiettivo di destinare le risorse all’implementazione di interventi sociali integrativi da riorganizzare in sinergia con Comuni, Ats/Asst, Terzo settore e associazioni.

Come ricorda Ali i «sindaci sono consapevoli che queste riduzioni sono finalizzate a recepire quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza 2022-2024» ovvero «la progressiva conversione dei sostegni offerti come contributi economici in servizi erogati» e «sono anche favorevoli a un welfare basato sempre più su servizi diretti alle persone che hanno bisogni». Quello che bocciano sono le tempistiche e le modalità deliberate da Regione: «In pochi mesi i Comuni lombardi saranno chiamati a compensare questi tagli con un valore analogo di servizi pubblici di assistenza diretta (interventi sociali integrativi), così da garantire la graduale attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps)». Nel periodo di attuazione della cosiddetta “conversione”, ci saranno «fortissime ripercussioni sui servizi sociali - è l’allarme - che già sono al limite delle possibilità dei bilanci comunali e dell’organizzazione dei servizi comunali per la crescita vertiginosa del numero di persone assistite avvenuta nel corso degli ultimi anni, oltre che per la difficoltà di reperire personale, al punto che numerosi Comuni hanno ormai serie difficoltà anche solo a gestire l’ordinaria amministrazione».

Per queste ragioni Ali Lombardia chiede alla Regione di dare più tempo ai Comuni per attuare la riorganizzazione dei servizi, aggiungendo risorse e consentendo di attuare veri percorsi di coprogrammazione e coprogettazione con gli enti del Terzo Settore. «Inoltre serve ripristinare i sussidi oggi assegnati alle famiglie fino a che tale percorso di riprogettazione e riorganizzazione dei servizi non sia terminato». Altrimenti «migliaia di famiglie rischieranno di essere lasciate sole da Regione e di non trovare risposte concrete quando busseranno alla porta dei loro Comuni: insomma, una sconfitta per tutto il sistema di welfare lombardo».