Belluno, a processo per stupro di gruppo: assolti i tre calciatori
Stupro di gruppo alla festa di Ferragosto era l'accusa. Ma Federico De Min, Santiago Visentin e Matteo Verdicchio sono stati assolti dal Tribunale di Belluno, perché il fatto non sussiste. Prova contraddittoria o insufficiente e 90 giorni per le motivazioni, sulla base delle quali l'accusa potrà presentare appello. Il pubblico ministero Roberta Gallego aveva chiesto una condanna a otto anni per ciascuno degli imputati, che fra l'altro sono anche dei calciatori e la ragazza un risarcimento di 150 mila euro.
Nell'udienza di oggi, ci sono state le repliche di tutte le parti, tranne quella della difesa Visentin. Il collegio si è ritirato in camera di consiglio per quattro ore e ne è uscito con la sentenza di assoluzione. La prova dei rapporti sessuali non consenzienti, nella stanza di una villa di Visome non è stata raggiunta o è risultata contraddittoria. Lo si capirà meglio nelle motivazioni.
In una precedente udienza, i tre ragazzi erano stati ascoltati in aula dal pubblico ministero Roberta Gallego, e dalle altre parti, e avevano respinto gli addebiti, mentre la giovane donna che li accusava era stata sentita in incidente probatorio protetta da un paravento, prima di costituirsi parte civile, in maniera da partecipare al processo e avere anche la possibilità di chiedere un risarcimento danni.
C’era una festa nel giardino di una villa della periferia cittadina quel 15 agosto 2020 e arrivò una ventina d’invitati, che è immortalata in una foto di gruppo molto condivisa sui social. Dopo aver mangiato e bevuto, per pranzo, la giovane donna chiese ai padroni di casa di poter andare a riposare. Fin qui le ricostruzioni coincidono. Su quel che è accaduto dopo, c’è stata battaglia. Secondo l’accusa i futuri imputati l’avrebbero raggiunta, costringendola con violenza e minaccia a subire ripetuti atti sessuali. Due dei ragazzi avrebbero avuto ruolo più attivo e il terzo meno, in ogni caso non avrebbe fatto niente per interrompere le violenze. Il giorno dopo la ragazza si è rivolta alle forze di polizia e ha presentato una denuncia querela. Il suo racconto è stato ritenuto credibile e c’è stato il rinvio a giudizio, alla fine delle indagini preliminari. Ma i tre hanno continuato a dichiararsi innocenti: nessun abuso, tanto meno uno stupro. I giudici oggi li hanno assolti.