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Январь
2024

Pino e Laura, storia d’amore a Trieste troncata dai nazisti e resa eterna da una statua

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TRIESTE. In libreria da mercoledì 17 gennaio, le edizioni Bottega Errante propongono ai lettori italiani la traduzione, a cura di Federico Scarpin, del primo romanzo di ambientazione triestina dello scrittore austriaco Christian Klinger: “Gli innamorati di piazza Oberdan” (pp. 336, euro 19). Nell’ambito delle iniziative del Trieste Film Festival il libro verrà presentato sabato 27 gennaio alle 18 alla Libreria Ubik di Trieste, dove l'autore dialogherà la giornalista Vida Valencic.

Gli innamorati di piazza Oberdan

Gli innamorati di piazza Oberdan del titolo sono Pino Robusti e Laura Mulli, e al loro amore troncato dalle SS è dedicato il monumento oggi al centro della piazza. Giuseppe Robusti era nato a Trieste il 26 gennaio 1923 e venne fucilato dai tedeschi il 7 aprile 1945. Era uno studente di architettura e venne arrestato il 19 marzo mentre aspettava la fidanzata, si trattò d'uno sbaglio, ma venne rinchiuso con altri "rastrellati" nel carcere del Coroneo e poi ucciso nel campo di sterminio a San Sabba. Di lui si sa poco, restano le due belle lettere che vennero ritrovate dopo la sua morte cucite all'interno della sua giacca, una ai genitori, l'altra a Laura. Lettere che testimoniano un carattere sensibile, coraggioso, eroico nel senso più alto del termine.

Triestino nato a Vienna

Christian Klinger, nato nel 1966 a Vienna, dove ha studiato giurisprudenza, triestino elettivo dal 2017, a Trieste ha ambientato anche i gialli storici “Ein Giro in Triest” e “Die Geister von Triest”, tutti editi dalla Picus Verlag di Vienna.

Klinger s'è imbattuto nella vicenda di Pino Robusti leggendo “Trieste sottosopra” di Mauro Covacich, incuriosito ha cercato di saperne di più, ma poiché il tempo per le ricerche era poco come pure le informazioni disponibili sul web e nell'archivio online del Piccolo, il giallista austriaco ha deciso di inventarsi completamente la storia familiare del ragazzo, cambiando a beneficio della finzione la vita del padre di Robusti – che nel libro diventa eroe della battaglia sull'Isonzo durante la Grande guerra e cambia professione da ingegnere ad avvocato progressista impegnato a difendere sloveni ed ebrei, nonché la nazionalità della madre che nel romanzo diventa slovena.

La lotta partigiana

L'autore arriva anche a ipotizzare un coinvolgimento attivo di Pino nella lotta partigiana. «Ho raccontato la storia di Giuseppe “Pino” Robusti non come fu – infatti tranne le scarse informazioni fondamentali a disposizione, non se ne sa nulla –, ma come avrebbe potuto essere», dichiara Klinger nella postfazione.

Una scelta che potrebbe sollevare perplessità in qualche lettore e che Christian Klinger spiega così: «Quando sono venuto a Trieste per stipulare il contratto d'acquisto di casa, ho pernottato all'albergo “Alla Posta” a Piazza Oberdan (ancora col tram in funzione). Dalla finestra potevo vedere la statua “Cantico dei Cantici”. Volevo sapere di più su Pino e il suo tragico fato, ma non ho trovato nessuno libro. Neanche alla Risiera c'erano risposte alle mie domande. Ero commosso dalla storia di un ragazzo ammazzato dai nazisti solo perché era nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ancora oggi ad alcune presentazioni del libro devo trattenere le lacrime quando racconto di Pino e Laura. L'idea di scrivere la loro storia s'era formata a poco a poco. A Trieste chiedevo di Pino e desideravo che rinascesse come una persona con la quale vuoi uscire per bere una birra».

Quarantacinque capitoli

Il romanzo si compone di quarantacinque capitoli dedicati alla storia della famiglia Robusti e alle vicende del ragazzo e della sua fidanzata, e si alternano in continui salti temporali. Per essere un romanzo ambientato nella prima metà del '900 si presenta come un bignami di storia e come una guida d'antan della città, anche se occasionalmente sfuggono incongruenze storiche, come una macchina Moka per il caffè data in regalo nel 1920, quando fu invece inventata da Alfonso Bialetti solo nel 1933.

Una biografia romanzata

Una biografia romanzata dunque, pensata soprattutto per incuriosire i lettori attorno alla figura tragica e romantica di Pino Robusti. L'autore, infatti, spera «che siano tante le persone che, dopo aver letto il libro, vogliano sapere di più su Pino e la Trieste di quei tempi passati. Io non ho raccontato ciò che è stato, ma ciò che sarebbe potuto accadere. Agli storici il compito di ricostruire la verità».