Fotografie e messaggi sessisti in una chat alla Canottieri, indaga la procura
PAVIA. Foto di giovani donne in costume accompagnate da messaggi volgari e insulti sessisti circolati in una chat di gruppo, partecipata da otto soci della Canottieri Ticino, diventano un caso e spingono la procura ad aprire un’inchiesta. La vicenda risale alla fine di agosto ma è trapelata solo in questi giorni, dopo che nei confronti di uno dei soci, che è anche consigliere della società di strada Canarazzo, il collegio dei probiviri della Canottieri ha firmato un provvedimento di sospensione per tre mesi. Sul piano penale il caso è invece ancora al vaglio degli inquirenti, ma si sa che il fascicolo in procura è stato aperto con l’ipotesi di diffamazione. A fare denuncia, da quanto si è saputo, sono state tre ragazze che frequentano il circolo, venute a conoscenza che in una chat di whatsapp tra soci della Canottieri circolavano messaggi a sfondo sessuale.
Dialoghi nel mirino
Tutto comincia alcuni mesi fa. L’estate sta quasi per finire quando alcune giovani donne che frequentano il circolo vengono a sapere che esiste una chat in cui si parla di loro in maniera pesante. A metterle al corrente sarebbe uno stesso partecipante al gruppo, che non condivide lo spirito di alcune conversazioni.
L’estratto della chat che finisce nelle mani delle ragazze sembra non lasciare spazio ad equivoci: i messaggi che i partecipanti si scambiano sono commenti su particolari fisici delle giovani ma ci sono anche allusioni a presunte relazioni di alcune ragazze con altri soci.
Il tutto condito con pesanti battute a sfondo sessuale e insulti. Nella querela che le ragazze presentano in procura viene trascritto anche un dialogo in cui si parla di ragazze messe in palio come fossero un trofeo. Le indagini della polizia postale sull’intera chat sono ancora in corso.
I provvedimenti della società
Mentre la denuncia, corredata con le frasi estrapolate dalla chat, arriva sul tavolo di un magistrato in procura, parte anche la segnalazione al collegio dei probiviri della società, che dopo alcune settimane decide di sospendere l’unico socio che ha anche l’incarico di consigliere. Una decisione che, secondo indiscrezioni, arriva dopo una discussione piuttosto travagliata. La materia, d’altra parte, è delicata e le indagini devono ancora concludersi.
«Erano dialoghi privati»
I partecipanti coinvolti nella chat si sono rivolti ad avvocati «per tutelare la loro reputazione». Le difese forniscono una versione diversa della vicenda, a cominciare dalla genesi della scoperta della chat. Secondo un partecipante al gruppo la scoperta sarebbe frutto di un reato, cioè il furto di un telefonino, sottratto da un lettino in piscina mentre il proprietario si era allontanato un attimo.
Una delle ragazze, secondo questa versione, avrebbe visto lo schermo illuminarsi e la sua attenzione sarebbe stata attratta dalla notifica di un messaggio, a cui sarebbero seguiti altri messaggi. Sempre secondo questa versione la giovane donna avrebbe fatto in tempo a fotografare con il suo telefono le conversazioni, poi consegnate in procura. Questa versione è stata riferita dal proprietario del telefonino al collegio dei probiviri, durante l’iter per accertare i fatti. Al momento nessuno dei partecipanti alla chat è stato sentito dagli inquirenti.
«Il provvedimento di sospensione del consigliere è illegittimo e sarà impugnato – spiega un avvocato –, perché si basa su un fatto non lecito, cioè l’accesso abusivo a una chat privata che equivale a una violazione di corrispondenza».