Isole croate, la popolazione è sempre più anziana
FIUME È alquanto vecchia, si basa in special modo sui proventi del settore turistico, presenta un più che discreto numero di occupati, non si impegna molto nella raccolta differenziata dei rifiuti e infine fa affidamento su generosi investimenti, firmati innanzitutto dall'Unione europea.
È questa, grosso modo, la carta d' identità della popolazione insulare croata, quadro che emerge dalla Relazione del governo croato sull'applicazione della Legge sulle isole riguardante il 2022, rapporto diffuso dall'agenzia di stampa Hina e che contiene dati molto interessanti.
Forse il più indicativo conferma l' invecchiamento in atto dei residenti nelle 53 isole abitate della Croazia, popolazione che in base all'ultimo censimento nazionale, quello del 2021, si attesta sulle 128 mila unità, il 3,7% (circa 5 mila persone) in meno nei confronti di dieci anni prima. Nel rapporto si rileva che il 29% degli abitanti ha un' età superiore ai 65 anni, quasi il 60% varia tra i 15 e i 64 anni, mentre solamente il 12,5% è rappresentato dagli Under 14.
Popolazione dunque che vede una cospicua fetta avere i capelli grigi o bianchi, con il governo del premier Andrej Plenković impegnato ad attuare una mirata campagna di investimenti, che ha portato in 17 anni – tra il 2006 e il 2022 – a spese di poco inferiori ai 5 miliardi di euro, di cui più dell'80% è arrivato a fondo perduto dall'Unione europea. La Croazia, va rimarcato, rispetto ad altri Paesi europei ha saputo sempre sfruttare al massimo i fondi forniti da Bruxelles rinnovando così molte infrastrutture portuali.
L'anno che ha avuto l' importo più alto – sui 700 milioni di euro – è stato proprio il 2022. Tornando all'età degli abitanti, rincuora la constatazione che dal 2018 si assiste al crescente numero di isolani iscritti a istituzioni prescolari e a scuole, al contrario di quanto sta avvenendo nel resto del Paese. I bambini che nel 2022 frequentavano asili e nidi d' infanzia erano 4.303, mentre nelle scuole elementari e medie c'erano 10 mila e 600 alunni.
Dalla relazione si evince che due anni fa gli imprenditori isolani erano 5.500, il 4,4% in più su base annua e gli occupati 25 mila e 800, la cifra più alta degli ultimi decenni.
Quasi un quinto della popolazione, il 18%, si guadagna da vivere grazie al turismo ed è un dato che non sorprende nessuno poiché è ben noto che nelle isole adriatiche ci sono tantissimi alberghi, campeggi, affittacamere, marina e altri impianti ricettivi. Per quanto riguarda lo stipendio medio netto più alto, la classifica è capeggiata dal comune di San Giovanni di Brazza (in croato Sutivan), in Dalmazia, con 1.125 euro, dopo di che ecco le varie Ponte, Arbe, Cittavecchia di Lesina, Lussinpiccolo, Tuconio, Veglia, Colane, Nemesi e Smoquizza.
Non va invece bene nel comparto della raccolta differenziata di rifiuti urbani. Il tasso di raccolta nelle isole è stato del 20,8%, mentre la media in Croazia si attesta sul 43%. Ancora un dato che non piace e impedisce il decollo della regione quanto a digitalizzazione: solo il 5% degli utenti dispone di banda larga ultraveloce.