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Январь
2024

Padova, in coda per un piatto di pasta poi la ricerca di un giaciglio. Il nostro reportage tra gli Invisibili

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Sono le 19:30 di mercoledì sera quando il camper di Carmelo LoBello, coordinatore dell’associazione Medici in strada, parcheggia davanti al piazzale della Stazione.

Le temperature già approssimano allo zero, mentre i pendolari stretti nei loro cappotti escono dalle porte della ferrovia a passo veloce per tornare nelle loro case.

Ma le persone davanti al camper dell’unità di strada non hanno alcuna fretta. Qui infatti, con l’aiuto di alcuni volontari, per tre sere alla settimana Carmelo distribuisce pasti caldi agli invisibili della nostra società, ai senzatetto, agli ultimi, ai miserabili.

Il menù della serata è pasta con pomodoro e piselli. «Niente ragù. Molti sono mussulmani, non mangiano carne. Così invece riusciamo ad accontentare sempre tutti», spiega Carmelo.

Insieme al primo vengono consegnati due cioccolatini - una sfiziosità, ma soprattutto una bomba di energia.

L’ultimo piatto fumante esce dal camper alle 8 e mezza, il numero 45 della serata. Ma ecco che pochi secondi dopo arriva un'altra persona.

Dice di chiamarsi Patrizio, 60 anni, veneziano, nato e cresciuto a campo Santo Stefano e in strada da 15 anni.

È arrivato in serata con il treno da Mestre. Con imbarazzo chiede se ci sia un piatto anche per lui, ma lo sguardo rattristato dei volontari è eloquente. La pasta è finita. Da dietro alle sue spalle si leva una voce. «Ho mangiato a pranzo», dice quella voce. «Puoi avere il mio se vuoi», aggiunge.

Tutti si girano, e si materializza una scena che farà tornare tutti a casa con una lezione di umiltà. «Davvero. Ho mangiato qualcosa a pranzo. Puoi avere tu la mia pasta se hai tanta fame», ripete quella voce.

A parlare è un senzatetto sulla 50ina, italiano anche lui, come tanti altri di quelli che incontriamo nella serata. La sua è la generosità pura di chi non ha nulla, ma che è disposto a dare tutto per aiutare chi sta peggio. Patrizio guarda commosso il suo compagno di strada e dapprima rifiuta, ma alla fine cede e accetta il piatto di pasta. Finisce di mangiare nel giro di un minuto sotto allo sguardo commosso dei volontari dell’unità di strada.