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Январь
2024

Usl 6 Euganea, bilancio in rosso per 183 milioni

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L’Usl 6 vede rosso, ancora una volta. Eppure, malgrado un bilancio di previsione per il 2024 in passivo per quasi 183 milioni, le casse dell’Euganea registrano un miglioramento rispetto al bilancio di previsione di un anno fa che sfondava il tetto dei 200 milioni, arrivando a 212,4.

A pesare in questa fase, quest’anno come per gli scorsi, il fatto che non sono ancora stati definiti i contributi che, in sede di consuntivo, interverranno a ridurre il deficit.

«Il bilancio di previsione è un documento che siamo chiamati a redigere per legge entro un certo tempo» spiega il direttore amministrativo dell’Euganea Michela Barbiero «tuttavia in questa fase abbiamo chiari i costi ma non i ricavi che pure sappiamo ci saranno. Quindi, sebbene siamo di fronte a una perdita apparentemente enorme, quello che conta sarà il risultato del bilancio di esercizio».

Quello del 2023 sarà chiuso definitivamente a marzo, mentre – giusto per avere un valore di riferimento – il consuntivo ’22 si è chiuso con un passivo di 38 milioni.

«Il bilancio preventivo ha sempre ricavi sottostimati per 100-150 milioni» aggiunge Barbiero «la cosa importante è non superare il limite di costosità regionale che nel nostro caso è di 2.023.845 euro poiché questo garantisce la tenuta del sistema sanitario regionale».

A incidere sul fronte dei costi, quest’anno, «i 29 milioni di euro messi a bilancio per il rinnovo dei contratti, compreso quello dei medici di medicina generale, ma queste sono spese che poi verranno finanziate dallo Stato» prosegue.

«Poi ci sono quasi 2 milioni in meno di ricavi dovuti al nuovo tariffario della specialistica che sarà più favorevole all’utente» aggiunge «ma nel bilancio di previsione rientrano anche 6,5 milioni di costi per il Covid che, come è evidente, gira ancora e per questo noi dobbiamo continuare a garantire risorse. Inoltre, abbiamo previsto 1,5 milioni in più per i vaccini, poiché vogliamo spingere sulla copertura della popolazione».

Tra le spese in crescita, inoltre, quelle per il recupero delle liste d’attesa, ma anche per i farmaci oncologici.

Da considerare, inoltre, che nel giro di appena due anni, i costi sono aumentati di quasi 60 milioni tra acquisto di servizi sanitari e non, manutenzioni e riparazioni, solo per citare alcune voci. Ancora, nel bilancio di previsione è inserito un incremento di spesa di oltre 7 milioni per l’acquisto di prodotti farmaceutici o emoderivati.

In particolare, è previsto un incremento di 4 milioni di euro della spesa dei farmaci per le malattie rare rispetto ai 14 milioni spesi nel 2022, un incremento dei pazienti domiciliati nell’Usl 6 con terapia prescritta altrove, un aumento dei pazienti trattati per emofilia, con un esborso di 700 mila euro superiore a quello del 2022.

Del resto, il trattamento di 44 pazienti con fibrosi cistica – 6 in più rispetto all’anno di riferimento – comporta un aumento dei costi per 900 mila euro.

Significativo anche l’incremento dei costi per farmaci oncologici con un esborso di 2,2 milioni in più rispetto al 2022 determinato sia dall’aumento dei nuovi pazienti trattati (+11%), sia dall’introduzione di terapie oncologiche innovative (+1,2 milioni) tra cui quelle con anticorpi monoclonali.

Tra le voci significative dal punto di vista del bilancio, anche il costo per l’acquisto di diretto di dispositivi medici stimato in quasi 49 milioni, 7,1 in più rispetto al consuntivo del 2022.

Nella relazione del direttore generale dell’Usl 6 Paolo Fortuna che accompagna il documento si legge tuttavia che «i valori previsionali del conto economico, pur in linea con i limiti definiti dalla Regione, rappresentano un obiettivo altamente sfidante quanto a concreta attuazione, richiedendo interventi che vanno oltre il breve e medio periodo e richiederebbero interventi di natura sovranazionale».

«Come tutti anche noi siamo soggetti all’incremento dei costi del mercato» conclude Barbiero «pertanto il nostro obiettivo è continuare a garantire i livelli essenziali di assistenza invariati razionalizzando laddove è possibile, reingegnerizzando i processi, incidendo nei rapporti con i fornitori e negli appalti, come un buon padre di famiglia».