Feltre, calci e pugni a un ragazzino: condannato a due anni
Fuga in pigiama da un’abitazione. Una sera dell’aprile 2021 una madre di famiglia e i suoi due figli scapparono verso Mestre.
Poco meno di tre anni dopo, l’uomo di casa è stato condannato a 24 mesi con pena sospesa e non menzione per maltrattamenti al figlio minore.
Uno in meno della richiesta del pm Marcon, causa civile per i danni. La difesa Bonan - Sparta era e rimane convinta dell’innocenza dell’imputato e farà appello, dopo aver domandato assoluzione, eventuale derubricazione in abuso di mezzi di correzione e solo in estremo subordine minimo della pena con tutti i benefici di legge.
Questo perché esiste un certificato medico dell’ospedale, che dà conto di un codice bianco senza giorni di prognosi, pur descrivendo sintomi da aggressione.
Nel Feltrino, viveva questa famiglia allargata, dopo che l’uomo aveva deciso di trasferirsi da Mestre in montagna, per avviare un’azienda agricola con campi coltivati e animali da cortile.
Dopo un iniziale periodo di serenità, uno dei ragazzi ha cominciato a denunciare maltrattamenti: non solo coloriti insulti in veneziano, ma anche percosse.
L’apice sarebbe stato raggiunto la sera del 20 aprile 2021: era fuori a fumarsi una sigaretta, invece di essere sotto la doccia dopo l’allenamento di calcio. Ha dichiarato di essere stato colpito con dei pugni in camera sua, fatto cadere dalle scale con uno sgambetto e preso per i capelli con violenza.
In precedenza, a Pasqua 2020, la famiglia era a tavola, quando sarebbero volati dei piatti.
L’imputato ha reso un lungo esame, nel quale ha negato tutto, fornendo di volta in volta una versione alternativa.
Non beveva e non fumava marijuana e, sempre a sentire lui, non ha mai maltrattato il ragazzo. Al massimo, ha cercato di imporgli delle regole, che non sono state rispettate e questo era fonte di gravi incomprensioni.
Ci sono state al massimo delle parolacce in vernacolo, ma nel veneziano chi non si mai sentito dire «ti xe un goldon», senza peraltro sentirsi offeso? Gli epiteti sarebbero stati anche più pesanti, ma sempre senza cattiveria.
Non è mancata qualche intemperanza, durante l’udienza e, per questo, l’imputato è stato temporaneamente allontanato. Confidava nell’assoluzione, anche solo per insufficienza o contraddittorietà della prova, ma i giudici Coniglio, Velo e Cittolin sono usciti dalla mezz’ora di camera di consiglio con due anni, pena sospesa e non menzione.