La casa natale di Lanfranco a Quingentole diventerà un museo
La casa natale di Lanfranco a Quingentole diventerà un museo dedicato all’artista: il Comune acquisirà l’immobile nei prossimi mesi e poi cercherà i finanziamenti per valorizzarlo come spazio espositivo e luogo della memoria. Lo scorso giovedì, il 28 di dicembre, il consiglio comunale di Quingentole ha deliberato all’unanimità l’acquisizione della dimora del maestro Lanfranco Frigeri, proprio con l’obbiettivo di trasformarla in Casa museo dell’artista.
La dimora di famiglia
La casa si trova in via Albertini ed è una vecchia casa di campagna, tipica della zona. L’immobile non è di particolare pregio, ma il suo valore per la comunità quingentolese è grande, in quanto profondamente legata alla storia di Lanfranco. L’artista ha vissuto in quella casa fino alla fine dei suoi giorni e lì era nato. Era la casa della sua famiglia, di suo padre prima di lui. La sua valorizzazione diventa quindi un punto fondamentale per tutta la comunità. L’abitazione verrà acquisita dal municipio. Attualmente è di proprietà della vedova del maestro, la quale si è resa disponibile a cederla per 45mila euro.
L’acquisto
«Abbiamo già dato mandato all’ufficio tecnico di procedere alla redazione degli atti necessari all’acquisizione, che avverrà nei prossimi mesi – spiega il sindaco, Luca Perlari – la vedova si è resa disponibile a cedere l’immobile e non volevamo che finisse in mano a un privato. Riteniamo giusto che quel luogo diventi uno spazio dedicato alla valorizzazione del maestro e della sua storia. L’acquisto sarà finanziato con l’avanzo d’amministrazione».
Il museo
L’intenzione di acquisire l’immobile e trasformarlo in museo era già stata palesata da tempo: a fine 2022 il Comune aveva cercato di finanziare l’operazione candidandola a un bando del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma era andata male, il progetto era arrivato terzo e il bando ne finanziava due per provincia. Dopo l’acquisizione si dovrà lavorare alla trasformazione dello stabile: «L’idea è quella di andare a caccia di fondi per un primo adeguamento dell’edificio, dal punto di vista edilizio. Questo per poi farlo diventare un vero e proprio museo, che manterrà anche gli arredi» conclude Perlari.