Francesca Pascale: “Paola Turci? Una relazione tossica. Disprezzava Berlusconi, ma non vivere in casa mia con il suo denaro. A Palazzo Grazioli ora c’è un bar nel soggiorno dove con Silvio guardavamo la tv in pigiama, mi fa effetto”
Francesca Pascale parla al Corriere della Sera ripercorrendo senza filtri la sua vita privata, i rapporti sentimentali, il legame con Silvio Berlusconi, il giudizio sulla politica attuale e i rapporti con la famiglia dell’ex premier. Le sue parole toccano anche la relazione con Paola Turci, il “non matrimonio” di Berlusconi con Marta Fascina e la vicenda delle borse false di Daniela Santanché. E dice: “Se mi dispiace che Villa Certosa sia in vendita? Moltissimo. Ma mi spiace di più vedere come è stato trasformato Palazzo Grazioli: trovare un bar nel soggiorno dove noi guardavamo la tivù in pigiama prima di andare a dormire mi fa effetto”.
La relazione con Paola Turci: “Una storia tossica, un chiodo schiaccia chiodo”
Pascale definisce l’unione civile con Paola Turci come una relazione nata nel momento sbagliato. “È stata una relazione tossica, non ero pronta dopo Berlusconi, era un chiodo schiaccia chiodo”. Aggiunge: “Mi prendo la mia responsabilità. Di quella storia mi ha fatto soffrire l’ipocrisia: stavo con una donna che disprezzava Berlusconi, ma non il fatto di vivere in casa mia con il suo denaro”.
Marta Fascina e il “non matrimonio” con Berlusconi
Sul rapporto tra Berlusconi e Marta Fascina, Pascale ammette un iniziale spaesamento: “Ci ho messo un po’ a elaborarlo, non capivo”. Sottolinea però un punto politico: “Mi spiace solo vedere come certi principi in politica, che era la sua vita, siano stati traditi”. Ricorda una frase che Berlusconi le ripeteva: “Si deve essere i primi a entrare e gli ultimi a uscire, onorando il mandato degli elettori. Ecco, non mi pare che la parlamentare Marta Fascina li rispetti”. Precisa anche: “Non mi ha mai chiamata”. Nonostante le critiche, riconosce il ruolo di Fascina: “Credo abbia svolto un ruolo importante accanto al Presidente. Lui ha scelto per il finale della sua vita ciò di cui aveva bisogno e io quella cosa lì non sarei mai stata in grado di dargliela”.
La politica oggi: “Non c’è un erede di Berlusconi”
Alla domanda su chi possa raccogliere l’eredità politica di Berlusconi, Pascale risponde senza esitazioni: “Nessuno”. Aggiunge: “Mi piacerebbe tantissimo Mario Draghi, ma ha altre ambizioni”. Su Antonio Tajani è netta: “È inadeguato e dovrebbe solo dimettersi”. Indica invece una possibile strada: “Mi piacerebbe che Marina e Pier Silvio entrassero a gamba tesa nel partito e rimettessero mano allo statuto, per resettare e ripartire con i congressi”. Per sé immagina un ruolo territoriale: “Mi piacerebbe candidarmi per la segreteria toscana”.
Il ricordo della morte di Berlusconi: “Un dolore come per mia madre”
Pascale racconta di aver saputo della morte di Berlusconi da “un’autrice di Otto e Mezzo” e poi dal professor Zangrillo. “Ricordo solo di essere scoppiata a piangere e di aver messo giù”. Spiega: “Un dolore così forte lo avevo provato solo per nostra madre”. Rievoca anche l’inizio del loro legame: “Non stavamo ancora insieme. Ma dopo il funerale corsi a Roma, a Palazzo Grazioli”. E aggiunge: “Mi sentivo a un vicolo cieco della mia vita, eppure ho questo ricordo terribilmente dolce”. Sul funerale di Stato: “Mi sedetti nell’ultima fila, all’ultimo posto, tra gli ultimi amici di Silvio Berlusconi”. Dice di non essersi sentita offesa, ma di essersi chiesta “se era ciò che voleva”.
I rapporti con gli eredi Berlusconi
Con Marina Berlusconi il rapporto resta saldo: “È da sempre un mio riferimento”. Spiega: “So che quando cerco un confronto, lei c’è”. Pascale esclude qualsiasi buonuscita economica: “Non ho avuto buonuscita. Ho avuto una vita piena di cose bellissime che mi ha dato Silvio Berlusconi”.
Daniela Santanché e le borse false: “Le ho regalate”
Alla domanda se abbia risentito Daniela Santanché, Pascale risponde: “Mai più”. Poi racconta l’episodio delle borse: “Le sue Kelly farlocche le ho regalate. Me ne è rimasta una, vera, che avevo comprato io”. Precisa: “Non mi è dispiaciuto troppo che fossero taroccate, ma l’aver provato imbarazzo quando mi hanno chiamata dal negozio”. E conclude con una battuta amara: “Pensavo: tra una napoletana e una cuneese a chi crederanno?”.
Pascale parla anche della propria storia familiare, segnata da violenza domestica, e del rapporto irrisolto con il padre: “Non lo perdonerò mai”. Spiega come questo abbia influito sul suo modo di vivere l’amore: “Per me dare e ricevere amore è su questo binario di non reciprocità e di sofferenza”. Oggi dice: “Ho deciso di non stare con nessuno”.
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