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Svincoliamo i contanti dai pregiudizi

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Il dibattito sulla “proprietà” dell’oro cui stiamo assistendo a seguito di iniziative parlamentari di Fratelli d’Italia (Malan) e della Lega (Borghi) è interessante e stimola una ulteriore riflessione. Che riguarda l’utilizzo del contante. La domanda che mi pongo è: sacrosanto riflettere sull’oro e sui suoi risvolti in questa economia finanziaria ma sarebbe altrettanto fondamentale “liberare” il contante dai pregiudizi che ne imprigionano l’uso. Domandiamoci perché mai su un bene che è proprio ci sono così tanti limiti? Sul contante non dovrebbero esserci limiti di utilizzo e di prelievo; invece, c’è sempre una norma che ne frena la piena e libera disponibilità come se fosse un qualcosa da maneggiare con la massima attenzione per non incorrere in sanzioni o attenzioni particolari. Eppure, mai come in questo momento la detenzione del contante e quindi il prelievo dovrebbero essere scevri dai pregiudizi. Il momento è particolare perché le tensioni internazionali e il pericolo di blackout o di hackeraggi ne potrebbero bloccare la fruibilità: lo abbiamo visto anche recentemente in quei Paesi dove, a causa di un crash energetico, erano impossibili le transazioni elettroniche o il prelievo per interruzione dei servizi agli sportelli. Chi non aveva il cash è rimasto in trappola. Insomma, mai come adesso tenere a disposizione delle banconote è diventato essenziale per la quotidianità. E non è un caso che si stiano registrando prelievi più importanti o che la stessa Bce ne abbia “liberato”, dopo tanto ostracismo, l’approvvigionamento.

Ne parlavo con l’amico Beppe Scienza che, prima sul contante, e ora sull’oro ha scritto due libri preziosi. Quello oggi in libreria per le Inchieste di Ponte alle Grazie è Oro. Bene rifugio o trappola?. Scienza non nega che possa fungere da ultima spiaggia, cioè da extrema ratio dopo un grande crac con società e Paesi falliti, Borse chiuse, valute azzerate; per il resto però smonta alcune convinzioni molto diffuse. In primis, che l’oro non è un baluardo contro l’inflazione: a volte ha funzionato bene o anche benissimo, altre volte è stato un disastro. Ad esempio, chi lo comprò nel 1980 si ritrovò dopo quasi vent’anni con una perdita reale sull’80 per cento. Si era salvato solo un quinto del potere d’acquisto. Per difendersi dall’inflazione meglio dell’oro sono i titoli per regolamento indicizzati a essa, italiani o esteri: Btp Italia, Btp-i, Bund-ei.

Il libro porta anche argomenti contro la tesi, pure essa cara ai venditori, che l’oro funzionerebbe in tutto il mondo come denaro contante. Non è vero, bisogna prima trovare chi lo compra in un mercato per altro poco trasparente, perché non regolamentato. Beppe Scienza mette invece in risalto un’importantissima caratteristica del metallo giallo, poco citata e quasi mai sottolineata, che invece contribuisce a spiegarne la diffusione e l’accettazione da parte dei privati come delle banche centrali. Cioè il fatto che l’oro è una riserva di valore anonima e non tracciata, oltreché al fuori del circuito bancario. Sono vantaggi  che quasi nessuno spiega per ipocrisia o per il pregiudizio di strizzare l’occhio all’evasione fiscale e alla criminalità. All’anagrafe tributaria non risulta l’oro che uno possiede, né c’è un obbligo di riportarlo nella dichiarazione dei redditi, come nella capitalista e non comunista Svizzera. In pratica uno può trasferire a chi vuole (un figlio, un altro parente o non parente) lingotti e monete, senza che nessun altro lo sappia. E può farlo lecitamente senza i limiti di 5 mila o 10 mila euro che siano, fissati invece per le banconote in euro o anche in altra valuta (e qui troviamo le connessioni con il discorso del contante di cui parlavamo sopra). Non si possono trasferire nello stesso modo titoli come i Btp o altri a reddito fisso ecc. Essi sono al portatore, ma il deposito titoli in banca è nominativo e si possono spostare solo a un altro deposito pure nominativo. I valori mobiliari sono infatti praticamente tutti dematerializzati e tanto meno è possibile un trasferimento non tracciato di un immobile.

Oro. Bene rifugio o trappola? è un ottimo libro per orientarsi in una discussione che non perderà mai un grammo di attualità.