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Andy Diaz si racconta: “Ai Mondiali non camminavo per la pubalgia. A Pichardo ho detto che…”

Andy Diaz è stato il gradito ospite dell’ultima punta di Sprint Zone, in onda sul canale Youtube di OA Sport. Il triplista azzurro si è raccontato a 360° tra presente e futuro, analizzando in maniera particolare un’annata che lo ha visto protagonista ai massimi livelli.

Il fuoriclasse del salto triplo classe 1995 ha vissuto una esperienza davvero amara nei Mondiali di Tokyo per colpa di una condizione fisica ben lontana dal suo massimo potenziale. Qualche giorno prima della gara, quando ero già in Giappone, ho iniziato ad accusare un dolore più acuto del normale per colpa della pubalgia. Un problema che mi trascinavo ormai da tutto l’anno e che mi ha dato fastidio, ma ero sempre riuscito a fare del mio meglio. La stagione è stata particolare. Agli Europei indoor avevo un dolore limitato e ho fatto 17.70, quindi due settimane dopo ho fatto 17.80 al primo salto. Un risultato eccellente, non sentivo fastidi poi, però, da Rovereto, le cose sono cambiate. Solamente in occasione della Finale di Diamond League di Zurigo ho potuto fare tutti i salti senza problemi. Mi sentivo pronto mentalmente e fisicamente. Arrivato a Tokyo, invece, tutto è peggiorato. Il dolore era decisamente acuto. Nelle qualificazioni, proprio per quel motivo, ho evitato l’ultimo salto per preservarmi. Il dolore era notevole, non riuscivo quasi a camminare. Il sesto posto, di conseguenza, non rispecchia le mie reali possibilità. Ad ogni modo ho fatto il massimo e non ho rammarico. Ovviamente avrei preferito un medaglia, ma chiudo un 2025 comunque positivo. Un voto? Direi 8. Non di più perchè ho vinto bene le prime gare, ma non ho vissuto le successive come avrei voluto“.

Il nativo di L’Avana prosegue nel suo racconto: “Si tratta di un problema che si manifesta sempre nella prima gara dell’anno. Com’è ben noto non ci si può fare niente. Occorrerebbe solo tanto riposo. In questi anni non ho avuto modo di fermarmi. Ora, invece, proverò ad aspettare qualche settimana per vedere di migliorare la situazione. Il salto triplo, poi, è una specialità che da questo punto di vista viene condizionata molto dalla pubalgia”. 

Un ricordo di questo 2025 è il suo battibecco con Pedro Pablo Pichardo, vincitore della medaglia d’oro a Tokyo:Io e lui abbiamo sempre avuto questi battibecchi – sorride – sin dai tempi di Cuba. Momenti che io vivo in modo positivo. Non c’è polemica. Quest’anno la mia testa mi diceva che potevo perdere contro di lui e gli ho detto che ci saremmo rivisti al Mondiale con 3 diamanti a testa. Purtroppo a Tokyo è successo quello che è successo e mentre l’ho incrociato mi ha detto che voleva smettere. Io mi sono fermato e gli ho detto che non poteva farlo perché lo volevo sfidare di nuovo per batterlo. Queste parole a me danno una spinta enorme a fare sempre di più ad allenarmi ed a migliorare. Il suo 17.91? Una misura che nelle mie condizioni sarebbe stata molto complicata da fare ma, se fossi stato in forma come a Nanchino, lui non mi avrebbe battuto”. 

La gara iridata ha visto, come detto, l’oro di Pichardo ma, anche e soprattutto, la splendida medaglia d’argento di Andrea Dellavalle: “Mentre io ero nel buio del mio sesto posto, il suo secondo posto mi ha dato enorme felicità. Un risultato davvero importante che va a culminare un 2025 eccellente, specialmente dopo gli Europei”. 

Una finale che ha insegnato molto a Diaz: “Devo solo stare tranquillo e prepararmi per il prossimo anno. Se prima ero forte a livello mentale, ora lo sono ancora di più. So cosa vuol dire perdere, so cosa vuole dire non vincere con la maglia azzurra. Un sapore diverso rispetto al solito. Un sapore che non voglio riprovare mai più”. 

A questo punto quali saranno gli obiettivi in vista del prossimo anno con questi presupposti fisici? “Sinceramente preferisco non sbilanciarmi. Io mentalmente sono pronto per tutto. La gara fondamentale saranno gli Europei di Birmingham, quindi le gare di Diamond League. Difenderò il titolo iridato indoor se sarò in grado a livello fisico. Non voglio perdere questa sfida. Penso che sia difficile vincere, ma ancor più difficile è ripetersi. Diciamo che voglio dimostrare di essere il migliore se sarò pronto”.  

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