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Октябрь
2025

Rugby: Mallett “Allenare l’Italia miglior esperienza della mia vita”

Nick Mallett parla con la stessa calma e profondità che lo hanno reso un tecnico stimato e una figura rispettata nel rugby mondiale. A 69 anni, l’ex commissario tecnico dell’Italia — in carica dal 2007 al 2011 — guarda con affetto e orgoglio al suo periodo sulla panchina azzurra, ma anche con curiosità alla sfida che attende la Nazionale il 15 novembre a Torino contro il Sudafrica, la sua patria e una delle corazzate del rugby mondiale. “Credo che il Sudafrica arriverà molto concentratospiegaperché sa quanto l’Italia possa essere pericolosa se riesce a rallentare il pallone nei punti d’incontro. Nel primo test estivo gli Azzurri hanno fatto un ottimo lavoro sul breakdown; nel secondo, invece, gli Springboks hanno trovato più rapidità e hanno segnato 48 punti. A Torino si giocherà molto lì, nel ritmo del possesso e nella disciplina. L’Italia dovrà essere attentissima in mischia: sei o sette falli contro il Sudafrica significano difendere per lunghi minuti nella propria metà campo”.

L’ex tecnico sudafricano analizza con precisione chirurgica la sfida tattica, ma le sue parole si fanno più calde quando ricorda il percorso vissuto in azzurro. “Allenare l’Italia è stata la migliore esperienza della mia vita. Avevo giocatori eccezionali come Parisse, Castrogiovanni, Masi, ma la vera sfida era far crescere chi restava in Italia, offrendo un contesto competitivo. Per questo fu decisivo entrare nella Celtic League: serviva alzare il livello del nostro gioco, aumentare i minuti effettivi, abituarsi al ritmo internazionale. È stata una rivoluzione che ha cambiato il rugby italiano”.

Nel suo racconto emergono aneddoti, dettagli, emozioni. “Ricordo la vittoria contro la Francia nel Sei Nazioni, la prima in casa: il pubblico in piedi, i ragazzi in lacrime, io che piangevo con loro. Fu un momento incredibile. Ma anche la partita contro gli All Blacks al San Siro, con 80.000 persone: perdemmo 20-6, ma meritavamo una meta di punizione. Quel giorno capii che i miei giocatori credevano davvero di poter competere con chiunque. E questo, per un allenatore, vale più di qualsiasi risultato”.

Guardando all’Italia di oggi, Mallett non nasconde l’ammirazione. “Il talento c’è sempre stato, ma ora c’è anche profondità. Giocatori come Menoncello sono straordinari, tra i migliori al mondo nel loro ruolo. L’Italia può battere chiunque se gioca al meglio: ha un pacchetto di mischia solido e una linea arretrata di qualità. Il Sudafrica troverà una squadra matura, consapevole e capace di sorprendere. E io, anche se dall’altra parte, non potrò che sorridere se gli Azzurri riusciranno a fare un altro passo nella loro crescita”.