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Screening per tumori, test neonatali e terapie per disturbi dell’alimentazione: ecco i nuovi Lea. Cognetti: “Ora si garantiscano in tutta Italia”

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Screening per tumori ereditari, test neonatali per malattie genetiche rare e l’inserimento di nuove patologie croniche esenti da ticket. Dopo otto anni dall’ultimo aggiornamento, la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera ai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Le nuove prestazioni, che il Servizio sanitario nazionale dovrà garantire a tutti i cittadini gratuitamente o tramite ticket. L’obiettivo di questo aggiornamento è duplice: da un lato eliminare prestazioni ormai obsolete, dall’altro migliorare l’appropriatezza delle cure e razionalizzare le prescrizioni, alleggerendo il peso sul sistema sanitario.

I nuovi Lea erano attesi da quando, nel 2017, l’allora ministra della Salute Beatrice Lorenzin aveva varato il Dpcm che li riformava. Quello dello scorso 23 ottobre è un passo in avanti verso la conclusione di un iter iniziato mesi fa e attesa da anni dai cittadini. Il passaggio successivo prevede che i provvedimenti passino ora all’esame delle Commissioni parlamentari competenti e poi essere pubblicato finalmente sulla Gazzetta Ufficiale. In particolare, le Regioni si sono espresse favorevolmente su due diversi decreti. Il primo, con impatto economico, che prevede l’inserimento di due nuove prestazioni relative alla terapia psicoeducazionale per disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, sia per sedute individuali sia collettive; tre nuove malattie croniche esenti al costo delle prestazioni (sindrome fibromialgica, idrosadenite cronica suppurativa e malattia polmonare da micobatteri non tubercolari); prestazioni specialistiche per il controllo della gravidanza fisiologica. Il secondo provvedimento a cui le Regioni hanno dato parere favorevole, a neutralità finanziaria, ha invece l’obiettivo di ampliare l’orizzonte della prevenzione e della diagnosi precoce. Estende lo screening neonatale a otto nuove malattie genetiche rare, come l’Atrofia Muscolare Spinale (Sma) e le Immunodeficienze Combinate Gravi (Scid).

Una delle novità riguarda poi la sorveglianza attiva delle donne a rischio genetico ereditario di tumori alla mammella e all’ovaio con un programma in due fasi: l’identificazione delle varianti patogene dei geni Brca1 e Brca2 nelle pazienti con tumore, seguita dallo screening regolare per le familiari sane risultate positive. Visite senologiche, mammografie, ecografie, risonanze e consulenze oncologiche e ginecologiche entreranno così nei Lea per un target stimato di oltre 10mila donne l’anno.

L’impatto sulla spesa pubblica dei nuovi Lea è stimato in circa 150 milioni di euro l’anno. La Conferenza della Regioni ha inoltre ricordato la necessità di garantire un’interlocuzione diretta e continuativa con la Commissione Lea del Ministero della Salute. Condivisa, infine, l’osservazione relativa ai tempi di entrata in vigore dei due provvedimenti, che le Regioni chiedono siano portati a un termine non inferiore ai 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta, in modo da consentire anche l’adeguamento di tutti i sistemi centrali e regionali.

Soddisfatto dell’approvazione dei nuovi Lea Francesco Cognetti, presidente di Foce (Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi), che però sottolinea come “il via libera purtroppo arrivi dopo uno stallo di circa due anni”. Cognetti sottolinea la necessità di “vigilare sullo stato di applicazione dei Lea poiché anche nella versione precedente vecchia di otto anni si è rilevata molto frammentaria tra le Regioni italiane con un’attuazione scarsissima in molte di esse. Inoltre, si dovrà far fronte al gap temporale introducendo i nuovi Lea basati sulle molte innovazioni che sono state raggiunte negli ultimi tre anni che non sono ancora coperte dal provvedimento”.

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