Trump valuta attacchi in Venezuela contro i trafficanti di droga. E Maduro si prepara allo scontro armato
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha il Venezuela nel mirino, nel contesto della guerra alla droga nei confini a stelle e strisce. La Casa Bianca sta valutando l’ipotesi di colpire la produzione e distribuzione cocaina, ovvero le rotte del narcotraffico nel paese sudamericano. Lo riferisce l’emittente americana Cnn citando tre funzionari statunitensi.
Il rischio di escalation militare: si muovono le portaerei Usa
Il 24 ottobre il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha ordinato al gruppo d’attacco di portaerei più avanzato della Marina, attualmente di stanza in Europa, di dirigersi nella regione caraibica per un massiccio rafforzamento delle forze statunitensi.
“In linea con le direttive del presidente Donald Trump di smantellare le organizzazioni criminali transnazionali e combattere il narco-terrorismo per difendere il territorio nazionale – ha annunciato ieri su X il portavoce del Pentagono, Sean Parnell – il ministro della Guerra ha ordinato alla portaerei Gerald R. Ford di raggiungere l’area di comando corrispondente all’America Centrale e Meridionale”.
Durante la notte del 23 ottobre sei presunti narcotrafficanti sono stati uccisi in un nuovo attacco statunitense, contro un’imbarcazione nei Caraibi. Lo ha annunciato su X il capo del Pentagono Pete Hegseth, precisando che l’operazione è stata condotta “su ordine del presidente Donald Trump”. Sarebbe stata colpita un’imbarcazione utilizzata dal Tren de Aragua, il gruppo criminale venezuelano recentemente classificato dagli Stati Uniti come organizzazione terroristica.
Trump ha anche autorizzato la Cia a condurre operazioni segrete nel Paese. Il presidente Usa non ha escluso di adottare un approccio diplomatico per arginare il flusso di droga negli Stati Uniti – hanno affermato due funzionari – malgrado l’amministrazione abbia interrotto i colloqui con il presidente Nicolas Maduro nelle ultime settimane. “Ci sono piani sul tavolo che il presidente sta prendendo in considerazione” riguardo alle operazioni su obiettivi all’interno del Venezuela, ha detto un funzionario dell’amministrazione alla Cnn, aggiungendo che “non ha escluso la diplomazia”.
Maduro si prepara allo scontro militare
Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro intanto si prepara allo scontro. Ieri ha ordinato il dispiegamento a tempo indeterminato di truppe e risorse in cinque province, ampliando la mobilitazione iniziale di 15mila soldati seguita al primo attacco statunitense alle navi sospettate di essere usate per il narcotraffico.
Maduro ha esortato il paese a “uno sciopero generale, insurrezionale e rivoluzionario” qualora si verificasse un attacco che sovverta la sovranità statale, con riferimento all’annuncio di possibili attacchi terrestri del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Se un giorno” forze straniere “oseranno attaccare qui o là, ecco il più grande scudo del paese: la classe operaia. Non si muoverebbe un dito, e uno sciopero generale, insurrezionale e rivoluzionario della classe operaia e dei contadini verrebbe dichiarato nelle strade fino alla ripresa del potere per realizzare una rivoluzione ancora più radicale”, ha dichiarato Maduro in un discorso riportato da Globovisión.
“Se osano, fratelli e sorelle – ha poi sottolineato – prendetelo come un ordine”. Ha anche sostenuto che, in precedenti occasioni, “un appello era stato sufficiente ad impedire a un’imbarcazione di muoversi nel Paese e ad attivare i corpi armati di combattimento della classe operaia, le Milizie Bolivariane e l’intera Forza Armata Nazionale Bolivariana”.
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