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Immagini sexy, messaggi spinti e promesse di incontri intimi: la truffa del “money muling” è tornata con un nuovo volto. Ecco di cosa si tratta

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La truffa del “money muling” (letteralmente “mulo di denaro”, ndr) è tornata, si è evoluta e adesso ha assunto una forma diversa. La nuova strategia della cosiddetta “truffa del mulo” ora adesca uomini con immagini sexy e la promessa di incontri intimi.

Questa frode online è una delle più insidiose degli ultimi anni. Il problema non riguarda solo la perdita di una quantità di denaro, ma anche l’alto rischio di entrare, consapevolmente o meno, in uno schema di riciclaggio di denaro. Ma se prima la truffa avveniva tramite messaggi, (su Whatsapp o Telegram) ora lo schema è cambiato ed è diventato molto più complesso.

Immagini animate di sesso esplicito, messaggi molto spinti e pubblicità con connotati sessuali: ecco le nuove “esche” dei truffatori per attirare i click. Appaiono sempre sui social, ma adesso anche nelle Stories o scorrendo nel feed. Le immagini mostrano donne vere o generate con l’AI in contesti intimi accompagnate da testi che non lasciano niente al caso. Consultando la libreria delle inserzioni di Meta, si è scoperto che questa nuova strategia ha delle vittime ben precise: gli uomini dai 28 anni in poi. Ma che cosa succede se si clicca sugli annunci?

Cliccando sulla foto si arriva su un sito apparentemente legittimo, con grafica curata, certificato di sicurezza e riferimenti a piattaforme note, come ad esempio Meta. Tutto studiato per generare fiducia. La pagina pubblicizza un “club di incontri” esclusivo e per partecipare è necessario contattare dei manager su WhatsApp o Telegram.

A questo punto, Meta è in grado di raccogliere informazioni personali anche senza nessuna azione esplicita dell’utente, come ad esempio l’indirizzo IP. Con studi un po’ più complessi (o se vengono lasciati commenti sotto le pubblicità) non dovrebbe essere impossibile collegare il profilo Facebook alla visita sul sito web, così da ricavare nome e cognome dell’utente. In ogni caso, in fondo alla pagina appaiono due inviti: contattare un manager su Whatsapp o su Telegram.

Gli interlocutori, spesso stranieri e con traduzioni automatiche, inviano immagini di donne rubate da Internet o generate con l’AI e brochure ben costruite per dare un’apparenza di serietà. L’obiettivo è quello di condurre la vittima verso un gruppo Telegram privato dove i bot commentano contenuti espliciti. Qui viene richiesto un pagamento di 39 euro, che può avvenire tramite bonifico bancario, PayPal o criptovalute, rendendo difficile risalire al reale destinatario.

Questo nuovo volto del “money muling” rappresenta non solo una minaccia informatica, ma anche economica: la vittima, oltre a subire una truffa di denaro, entra inconsapevolmente in circuiti di riciclaggio che sfruttano le nuove modalità di pagamento istantaneo. Una volta coinvolto, l’utente rischia di trovare il proprio conto sospeso a causa di attività illecite.

L’evoluzione di questo fenomeno mostra quanto i crimini digitali siano diventati pericolosi e sempre più credibili. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la creazione delle immagini e

l’impiego di piattaforme pubblicitarie legittime aumentano il livello di credibilità del sito, abbassando automaticamente le difese psicologiche delle vittime.

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