Gli occhi di De Bruyne inguaiano il Napoli: perché Raoul Bova vuole denunciare anche il club di De Laurentiis
Cavalcare i trend social del momento è ormai un classico delle strategie di marketing. Anche nel calcio. Ma questa volta il Napoli rischia di finire per vie legali. Colpa di un video su TikTok dedicato a Kevin De Bruyne, il grande colpo del calciomercato di Aurelio de Laurentiis, in cui è stata inserita come sottofondo una porzione dell’audio originale di Raoul Bova per Martina Ceretti, diventato virale in questi giorni e al centro del caso che riguarda l’attore 53enne, da cui è nata anche un’inchiesta. Secondo quanto riportato da La Repubblica, infatti, proprio Raoul Bova è pronto a denunciare il Napoli (ma anche Ryanair) per aver “strumentalizzato a fini ironici e promozionali i suoi messaggi vocali privati“.
Il Napoli ha successivamente rimosso il video da TikTok, ma ormai era troppo tardi. De Bruyne è senza dubbio la star dell’estate partenopea, il grande acquisto per il centrocampo di Antonio Conte che fa sognare i tifosi dopo lo scudetto appena conquistato. Nelle prime amichevoli gli occhi sono stati tutti per lui, il calciatore belga che deve riscattarsi dopo l’ultima difficile stagione al Manchester City. De Bruyne ha già fatto innamorare tutti a Napoli: il fascino della sua avventura partenopea, unito a quell’aspetto molto nordico, lo rendono un’attrazione indiscussa. Tutti questi elementi devono aver stuzzicato una correlazione con gli audio di Bova, giocando appunto sugli occhi di De Bruyne e sulla fascinazione collettiva per il campione belga. Il rischio però è che l’accostamento sia anche una violazione della privacy.
Proprio in merito alla diffusione virale sui social degli audio privati tra Raoul Bova e la modella Ceretti, ha parlato anche l’avvocato dell’attore, David Leggi: “Le azioni compiute, su cui gli inquirenti stanno indagando, hanno attivato il web in maniera illecita e inaccettabile, dove si continua a diffondere in maniera incontrollata materiale la cui natura va ancora accertata“. Secondo il legale, “si è attivata una macchina infernale che non guarda in faccia a nessuno, né alle persone né ai loro figli”. L’avvocato Leggi conclude: “Tutto ciò fa riflettere sui meccanismi collegati al mondo del web e dei social media che sembrano essere il nuovo il far west“.
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