Chi si oppone al disegno eversivo della destra viene attaccato. Vedi la Commissione antimafia
Il disegno eversivo dell’ordine costituzionale si sta attuando, non più con le bombe, ma con la carta bollata. Il piano di rinascita democratica della loggia P2 è in fase di avanzatissima attuazione, i poteri occulti sono in emersione, e la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici è uno dei pilastri più importanti per consentire al disegno eversivo di poter godere della impunità più assoluta. Emerge in maniera sempre più evidente che l’Italia sia stata attraversata da un golpe perenne, con bombe e senza bombe, che ha fermato la nostra Costituzione e ha ferito la nostra democrazia.
I poteri occulti non sono più i protagonisti della strategia della tensione eversiva militare di attacco allo Stato ma elemento centrale della conquista dello Stato con la legalità formale, con un’opera capillare di penetrazione e mimetizzazione istituzionale. È chiaro sempre più che i fascisti non solo non se ne sono mai andati ma sono responsabili dei più gravi fatti di sangue avvenuti in Italia che hanno attentato alla vita della Repubblica.
Assistiamo ad un attacco gravissimo ed impunito a chi rappresenta un ostacolo al disegno eversivo attuato con la criminalità istituzionale, quella che non si vuole che venga mai perseguita. Penso alla pagina indegna ed inaccettabile che si sta consumando in Commissione parlamentare antimafia. Ma come si può mai accettare in uno stato di diritto che la commissione parlamentare più importante nel contrasto politico alle mafie e al terrorismo sia presieduta da una deputata che si è fatta candidamente fotografare, con una postura confidenziale, con un delinquente fascista condannato sia per la strage di Stato di Bologna, realizzata dai fascisti con il sostegno dei servizi segreti e il finanziamento della P2 di Gelli, che per l’omicidio di un poliziotto e di un magistrato.
Come è possibile che una tale Commissione antimafia con questa presidenza possa operare per restituire voce istituzionale in capitolo ad un generale dei carabinieri che dovrebbe semmai collaborare con la giustizia invece di continuare ad operare contro la verità. Come è possibile che si propongano come consulenti di questa Commissione antimafia taluni magistrati che con la lotta alla mafia non hanno nulla a che vedere in modo serio e che anzi sono stati coinvolti in gravi fatti che sono l’antitesi della lotta alla mafia.
È indegno che si voglia cacciare con un’epurazione di squadrismo politico ed istituzionale il magistrato, oggi senatore, Roberto Scarpinato dalla Commissione parlamentare antimafia. Si colpisce chi ha la competenza e anche il coraggio di denunciare il disegno eversivo neofascista che con un filo nero ha calpestato la democrazia nel nostro Paese. Le idee del Procuratore Scarpinato si possono condividere o non condividere, per quanto mi riguarda le condivido, ma non possono essere espulse con una violenza istituzionale inaccettabile con la regia per giunta di chi frequenta e rende evidente la vicinanza con una fascista condannato per la più grave strage di Stato consumata in Italia.
Presidente Mattarella, batta un colpo istituzionale. Per quanto mi riguarda ritengo che siamo in una piena e nuova emergenza democratica, urge quindi una resistenza senza precedenti.
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