Un discorso insolitamente schietto sulla politica errata dell’UE da parte di un esperto cinese
Zhang Weiwei è docente di Rapporti Internazionali all’Università di Fudan, dove dirige anche il China Institute, ed è autore di libri sul modello di sviluppo della Cina. È intervenuto alla sessione 1 della conferenza dello Schiller Institute, affrontando il tema dei “rapporti travagliati tra Cina ed Europa”. Nel complesso, ha detto, “non siamo così ottimisti. Finora, ciò che vediamo da parte dell’UE è una profonda sfiducia. Per tutta una serie di motivi, dal punto di vista cinese, l’Europa oggi non è più così autonoma, per non parlare dell’indipendenza. Come ha ammesso lo stesso presidente Macron, è diventata una sorta di stato vassallo degli Stati Uniti. Quindi cerca di servire gli interessi americani piuttosto che quelli europei. Per chi è fuori dall’Europa è così chiaro, così evidente, è buon senso: non sei indipendente, stai danneggiando i tuoi stessi interessi”.
Ha citato l’esempio dell’energia, dove la Cina ha raggiunto un tasso di autosufficienza dell’85%. «Ma in Europa è sempre intorno al 40%; in Germania è inferiore al 40%». Eppure, il bombardamento e la distruzione del gasdotto Nord Stream sono stati tollerati, anche se minano l’industria in Germania e in Europa nel suo complesso.
Quanto all’iniziativa cinese Belt and Road, circa un terzo dell’investimento complessivo di oltre 1.000 miliardi di dollari è destinato all’Africa, principalmente alle infrastrutture, alla costruzione o al potenziamento di oltre 10.000 km di ferrovie e alla costruzione di oltre 100 porti, ma l’UE ragiona solo in termini di “Cina contro Europa”.
Dal punto di vista della Cina, l’UE ha commesso due errori madornali, secondo il prof. Zhang. Uno di questi è stato il modo in cui ha gestito la crisi dei migranti seguita alla “primavera araba”, l’altro è stato il rifiuto di aderire all’iniziativa Belt and Road. Come ha sottolineato, l’Africa ha un alto tasso di crescita demografica e l’economia è in crescita, il che è positivo. Ma ciò significa che “bisogna creare posti di lavoro in Africa e aiutare l’Africa a sviluppare le proprie industrie nazionali. Questo è ciò che sta facendo la Cina”.
Allora, perché le aziende europee non aderiscono a questi progetti, che sono nel loro stesso interesse? Si è dato una risposta, dicendo che “tutto viene visto attraverso la lente della rivalità geopolitica, della democrazia contro l’autocrazia. Questo è estremamente stupido; è fuori dal mondo reale”.
Anche Zhang Weiwei ha espresso il suo sostegno al “Piano Oasi” dello Schiller Institute e si è detto certo che tecnicamente esso sia fattibile, alla luce di ciò che la Cina ha fatto negli ultimi decenni per rendere verde il deserto del Taklamakan.