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Superbike, Ducati deve già pensare al gioco di squadra per sostenere Bulega? C’è il vulnus Bautista…

Il fine settimana del 26-27 luglio vedrà il Mondiale Superbike impegnato nell’inedito contesto del Balaton Park, il nuovo autodromo ungherese destinato a ospitare anche la MotoGP tra un mese scarso. Ovviamente, il tema principale del round magiaro è rappresentato dalla sfida per il titolo tra Toprak Razgatlioglu e Nicolò Bulega, attualmente divisi da una manciata di punti in favore del turco.

Il ventottenne anatolico ha sovvertito i valori imponendosi in otto delle ultime nove gare. Così, il -34 in classifica generale, successivo alla tappa di Cremona, si è tramutato in un +4. Viceversa, il venticinquenne emiliano che sembrava padrone del campionato, si ritrova in piena bagarre con il detentore del titolo, deciso a trasferirsi in MotoGP con i crismi di numero 1 indiscusso.

In virtù di quanto sta accadendo, diventa d’attualità un altro tema. Ducati può e/o deve cominciare a ragionare nella logica di fare gioco di squadra per perorare la causa di Bulega? D’altronde Razgatlioglu è solo, l’unica altra BMW in pista – quella di Michael van der Mark – non è praticamente mai nelle posizioni di vertice, le quali invece pullulano di Panigale V4R.

In particolare, i riflettori sono puntati su Alvaro Bautista, a tutti gli effetti compagno di squadra dell’italiano nell’Aruba Racing, ovvero il Factory Team di Borgo Panigale. Danilo Petrucci e Sam Lowes, giusto per citare i centauri più competitivi dotati di una moto bolognese, gareggiano per strutture private. La situazione è delicata, perché il veterano iberico è stato letteralmente “scaricato” da Ducati.

Il castigliano, 41 anni da compiere a ottobre, ambiva al prolungamento del contratto. L’azienda gli ha invece fatto sapere di ritenersi libero di cercare un’altra sistemazione per il 2026. È proprio quanto sta facendo, perché non ha nessuna intenzione di ritirarsi.

Ormai, le sue possibilità di lottare per il Mondiale sono nulle (151 punti di distacco da Raztaglioglu e 147 dal compagno di box). La richiesta di sacrificarsi sarebbe, pertanto, ragionevole. È però fattibile? Si parla di un professionista, ma verosimilmente non esistono passaggi contrattuali in cui si impone di doversi piegare a eventuali diktat.  Ottemperare a potenziali richieste del team dipende solo ed esclusivamente dal giudizio di Bautista, che è già stato incalzato in merito a Donington, dando una risposta sibillina. “Ho motivi per aiutare Bulega e altri per non farlo… Vedremo…”. Detto con un sorriso, che tuttavia mitiga una faccenda alquanto seria.

“Vedremo”, appunto. Forse è ancora troppo presto per ragionare in termini di gioco di squadra? L’augurio è che non si debba farlo. Però è evidente come – prima o poi – la dinamica possa presentarsi. Nel qual caso, bisognerà pensare per tempo all’opportunità di “fare branco”, indipendentemente dei contratti firmati in ottica 2026.