Wimbledon, la battaglia è nella mente: Sinner e il fardello psicologico contro Alcaraz. Dalla sua ha una dote speciale
Una battaglia psicologica prima che tecnica. La personalità prima della tattica. Tutto nell’ottica di ribaltare un trend che inizia ad avere un proprio peso. E certo non positivo. La prima finale in carriera di Jannik Sinner a Wimbledon racchiude al proprio interno qualcosa di inedito, che nelle passate sfide giocate contro Carlos Alcaraz non era mai stato preso in considerazione. O almeno, non fino a questo punto. D’altronde ogni possibile ombra di natura fisica è stata spazzata via tra quarti di finale e semifinale. Le due vittorie contro Ben Shelton e soprattutto Novak Djokovic hanno lasciato molti a bocca aperta. Prestazioni in cui si è visto il numero 1 del mondo al suo meglio. Proprio quella versione che servirà anche nell’ultimo atto contro il grande rivale spagnolo, che arriva con i gradi di bi-campione in carica. Le domande quindi, come detto, sono stavolta di altra tipologia. I fantasmi della finale del Roland Garros si ripresenteranno? Che peso avranno le ultime cinque sconfitte contro Alcaraz? Riuscirà Sinner ad andare oltre la pressione psicologica?
A Wimbledon l’azzurro, forse per la prima volta, si trova davanti a una sfida che appare soprattutto mentale, perché tennisticamente parlando ha già dimostrato di poter battere Alcaraz al Roland Garros sulla terra rossa (alla fine è mancato “solo” un punto), quindi è un fatto scontato che abbia ottime chance di trionfare nel torneo più prestigioso del mondo. La sua confidenza con l’erba londinese migliora partita dopo partita.
Le 5 sconfitte e i 3 match point
Sinner sul Center Court è chiamato quindi a scrollarsi di dosso un fardello subdolo e invisibile. A rovesciare quel filotto di cinque sconfitte consecutive iniziato dalla semifinale di Indian Wells 2024, e passato poi per Parigi, Pechino, Roma e ancora Parigi. L’ultimo successo contro lo spagnolo è datato Pechino 2023. Quasi due anni fa. Ma ancora più importante sarà non pensare a quei tre match point non sfruttati e che sono costati il Roland Garros. Una cicatrice, quest’ultima, forse in fase di quiescenza ma comunque presente, e che può tornare a farsi sentire in qualsiasi momento. Soprattutto, se anche a Londra, si dovesse ripresentare una situazione analoga a quella vissuta a Parigi tra il 5-3 e il 5-4 del quarto set. Alcaraz è diventato piano piano una sorta di tabù per il numero 1 del mondo. È l’unico che ha le contromisure per batterlo. Sta entrando lentamente sotto la pelle dell’azzurro. Ovviamente, dipenderà anche da come andrà l’andamento della partita. C’è solo un modo per far sparire tutto: vincere Wimbledon.
La dote speciale di Sinner
L’azzurro dovrà essere bravo ad andare oltre questa pressione psicologica. Far sì che le delusioni del passato diventino la benzina per attizzare il fuoco del riscatto. Ha la personalità, l’esperienza e anche il palmares per rovesciare l’inerzia attuale nella rivalità tra i due. Ma soprattutto, Sinner ha una dote speciale e non scontata: sa imparare dalle sconfitte. Tornare sempre più forte. È stato così contro Djokovic dopo le sconfitte a Wimbledon 2022 e nella finale delle Atp Finals 2023. È stato così dopo le prime delusioni contro Alcaraz allo US Open 2022 e nella semifinale di Indian Wells 2023. Un talento di cui è consapevole anche lo spagnolo, che infatti nell’intervista post vittoria contro Taylor Fritz ha dichiarato: “Credo che la finale di Parigi l’avrà reso ancora più forte, che avrà imparato dalle cose che pensa di aver fatto male dal punto di vista mentale e fisico, e che si presenterà ancora più forte”.
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