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Garlasco, spunta la pista di un altro uomo: Dna maschile su un’impronta e altri reperti

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Diciotto anni dopo il delitto di Chiara Poggi, le indagini sembrano tornare al punto di partenza. Nessun elemento nuovo che possa chiamare in causa Andrea Sempio: su nessuno degli oggetti analizzati, né sulle impronte esaminate, è stato rinvenuto il suo Dna.

I periti incaricati hanno confermato che le tracce sul tappetino del bagno appartengono esclusivamente a Chiara. Secondo la ricostruzione della dinamica, l’assassino – che per la giustizia italiana è Alberto Stasi, condannato in via definitiva – dopo aver ucciso Chiara si sarebbe recato in bagno per pulirsi, facendo sparire tre teli mare dalla villetta di via Pascoli.

Ora, però, l’attenzione si concentra su tre reperti chiave: la para adesiva con un’impronta non ancora attribuita, il tappetino del bagno con tracce infinitesimali di Dna maschile e un tampone orale di cui si dubita persino della possibilità di estrarre materiale genetico utile. Sono questi gli oggetti al centro dell’incidente probatorio voluto per approfondire gli elementi rimasti oscuri.

Tracce maschili non attribuite

Il sangue trovato sulle scale e sul tappetino è certamente di Chiara, così come quello prelevato durante l’autopsia. Tuttavia, la perita nominata dal gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, ha rilevato la presenza di materiale genetico da analizzare ulteriormente. A occuparsene sarà Denise Albani, incaricata di stabilire se le tracce siano idonee all’analisi e soprattutto se possano essere attribuite a un soggetto specifico.

Sulla para adesiva di una delle impronte digitali – al momento ancora non riconducibile a nessuno – è stata individuata una traccia di Dna “Y”, quindi maschile, che non appartiene né ad Alberto Stasi né ad Andrea Sempio. Un elemento che apre nuovi interrogativi: chi è l’uomo a cui appartiene quel profilo genetico?

Il tappetino, elemento centrale nel processo a Stasi, rappresentava la prova che l’assassino fosse passato dal bagno per lavarsi le mani.

Il tappetino e i dubbi degli inquirenti

Secondo la nuova inchiesta coordinata dal pm Fabio Napoleoni, non è stato trovato sangue nello scarico del lavabo, e i capelli rinvenuti nel bagno sarebbero lunghi e scuri – incompatibili con quelli di Stasi. È plausibile, suggeriscono gli investigatori, che l’assassino si sia semplicemente “specchiato” per controllare di essersi ripulito, forse utilizzando asciugamani poi spariti.

Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, sottolinea la necessità di procedere con cautela: «Sul tappetino devono essere fatti ulteriori approfondimenti per scrupolo, perché non ci si accontenta mai del primo esito, che per essere scientificamente accettabile deve essere ripetibile, a riprova. Anche perché ci sono minime tracce di un possibile inquinamento, non interpretabile né significativo».

La difesa di Andrea Sempio

L’avvocato Massimo Lovati, che insieme ad Angela Taccia difende Andrea Sempio, commenta così gli ultimi sviluppi: «Anche sul tappetino era stato già trovato il sangue di Chiara, che aveva confermato la ricostruzione del delitto e delle fasi immediatamente successive, con l’omicida che entra nel bagno. C’erano due campioni che diedero esiti dubbi, sono state disposte nuove analisi che, per il momento, non cambiano nulla di quanto già in precedenza accertato».

Ad oggi, dai nuovi accertamenti, non sono emersi profili di Dna maschile riconducibili all’indagato. «Si conferma quanto emerso già negli anni. Il sangue, il tappetino, la spazzatura col Fruttolo: tutto fumo. Ma adesso – aggiunge – torniamo all’esame del Dna sulle unghie di Chiara: da qui era partito l’incidente probatorio e qui ritorniamo», conclude l’avvocato.