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Июнь
2025

Pagelle Italia-Francia 69-54 basket femminile: Zandalasini e Verona indicano la via del podio

Italia di bronzo, a 30 anni dall’ultima volta sul podio. Azzurre vittoriose con la Francia, ed è un 69-54 che sa di rivincita di tanti momenti che sono girati male. Ci sono voluti 16 anni per far girare la ruota, ma alla fine questa è tornata dalla parte azzurra, e con pieno merito.

LE PAGELLE DI ITALIA-FRANCIA

Jasmine Keys, 6: parte con due falli che la tolgono quasi subito dalla partita, ma una volta rientrata riesce a rendersi davvero utilissima. Alcuni momenti, nel finale, la vedono presente alla grande sui due lati del campo, anche nel riuscire ad allungare le braccia in modo infinito, come se Tiramolla si fosse impossessato di lei. Oggi, una volta di più, si è compreso perché è una delle migliori lunghe di Eurolega.

Francesca Pasa, 6: parte in quintetto base al suo solito, gioca una partita un po’ a metà strada. Nel senso che i punti sono 6, trova delle iniziative di buon livello e soprattutto aiuta a sopperire nel momento in cui l’ampio reparto play ne ha bisogno, ma ci sono anche le tre palle perse. Comunque sia degli Europei che ne hanno confermato la dimensione internazionale spiccata.

Costanza Verona 8,5: a lei va dato lo stesso voto di Zandalasini per un semplice motivo: è ovunque. Realizza, controlla i ritmi, è a rimbalzo, mette le mani da qualunque parte può, fa girare bene la squadra, in breve è perno indispensabile dell’Italia. E Capobianco la gestisce anche benissimo.

Cecilia Zandalasini 8,5: l’aveva fermata bene la difesa del Belgio (e l’Italia aveva ricambiato su Meesseman), la Francia a larghi tratti ci ha invece capito ben poco con lei. Almeno 4 canestri di pure classe da parte sua e, in generale, la sensazione di avere sempre tutto sotto ampio controllo.

Francesca Pan, 6,5: tre punti e altrettanti falli per lei, ma rimane in campo più di 21 minuti perché nell’altra metà campo è un fattore, e lo dimostra sempre. Anche per lei tutti questi Europei rappresentano la continuazione di qualcosa di iniziato tempo fa e che ora raggiungono una vetta che può essere un inizio.

Lorela Cubaj, 7: il paradosso è che i suoi 10 punti sembrano essere meno luminosi del solito, ma è solo perché la partita è totalmente diversa dalle altre. Con Rupert mai davvero della partita è in grado di trovare delle conclusioni valide nei momenti giusti, ed è soprattutto suo il compito di chiudere definitivamente nella scatola il bronzo.

Sara Madera, 7: fa parte di uno dei moment migliori dell’Italia. Nonostante sia in campo solo 9 minuti, ha un impatto totale sulla partita, in un finale di secondo quarto che la rende protagonista attiva di ciò che poi verrà costruito più tardi. Ai primi Europei senior della sua vita, la prima gioia per lei che brillava nelle giovanili e continua a risplendere anche oggi.

Mariella Santucci, 6,5: inizio difficile della sua partita, in cui non segna e i falli sono tre, ma è quando torna in campo nel finale che riesce a riprendere in mano la situazione in tempo utile, riuscendo a gestire quel che serve in maniera encomiabile. E poi, bisogna pur dirlo, a fine partita la dedica a tutte le infortunate e rimaste fuori vale da sola qualcosa in più.

Martina Fassina, 7: in semifinale aveva messo insieme una performance al limite del meraviglioso e anche in questa finale per il 3° posto si conferma una giocatrice dall’altissima solidità con licenza di segnare tiri importanti. Parla per lei il plus/minus di quando si trova in campo, un 11 che racconta l’impatto positivo del suo trovarsi sul parquet. Per lei anche 3 rubate.

Olbis Andrè, 6,5: anche lei non sega molto, 4 punti, ma il suo ruolo fondamentalmente non è quello. Presenza, rimbalzi, capacità di stare lì: e dire che era entrata in questi Europei con i postumi di qualche problema fisico. Ma la fase finale l’ha affrontata tutta con un’intelligenza e una capacità di capire le situazioni in campo encomiabili.

Laura Spreafico, sv: 4’53” in campo nei quali è più che altro a dar respiro ad altre. La capitana non è stata fortunatissima in questi Europei, ma per lei si può dire solo una cosa: quelle rette parallele, che erano lei e la Nazionale, si sono incontrate ora nel modo più bello possibile.

Stefania Trimboli, sv: oggi solo 1’19” in cui non ha potuto praticamente fare nulla, ma sono stati altri i momenti in cui è stata fondamentale. Si è guadagnata la chiamata con merito, ne è uscita con la medaglia di bronzo al collo.

Andrea Capobianco, 8: e un gran voto va anche a chi ha reso possibile tutto questo. Ancora una volta non ha avuto paura di mischiare le carte in tavola, giocando tutta la partita sull’impianto difensivo e togliendo il fiato, letteralmente, alla Francia sotto canestro sapendo che già c’era una fiducia molto bassa nel tiro da tre, malfunzionante dal secondo quarto con la Lituania in avanti. Con questo coach, questo gruppo e degli inserimenti (leggere alla voce Matilde Villa, ma non solo), quest’Italia può regalarsi anni molto belli nel prossimo futuro.