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Июнь
2025

S’intascò il denaro delle aste, avvocato condannato a 5 anni

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VOGHERA. Sotto accusa per peculato erano finiti padre e figlio, entrambi avvocati. Ma nella vicenda dei soldi sottratti dalle aste giudiziarie di immobili la condanna, alla fine, è scattata solo per il genitore: Giuseppe Vertua, avvocato di 76 anni di Voghera (oggi non esercita più, dopo che si era autosospeso proprio per questa vicenda), è stato condannato a 5 anni dal giudice Pasquale Villani, al termine del processo che si è svolto con rito abbreviato. Assolto, invece, il figlio Edoardo Vertua, 42 anni, (che era finito come il padre agli arresti domiciliari), per «non aver commesso il fatto».

Le motivazioni del verdetto, pronunciato alcuni giorni fa, non ci sono ancora, ma la formula dell’assoluzione suggerisce che a carico dell’imputato non è emersa, alla fine, alcuna prova di un ruolo nella sottrazione del denaro. La Procura, che aveva chiesto per entrambi 4 anni di reclusione, contestava la sparizione di oltre 300mila euro ricavati dalla vendita all’asta di abitazioni, a partire dal 2018.

Giuseppe Vertua era delegato alla procedura di vendita di questi immobili, abitazioni per lo più di tipo civile, posizionate a Voghera ma non solo: un incarico che gli era stato affidato dal tribunale di Pavia. Al centro delle indagini erano finite in particolare cinque aste. Il giudice ha anche disposto la confisca di beni di proprietà dell’imputato, già sequestrati, per un valore di 312.650 euro.

Le accuse

A far scattare l’indagine della Guardia di Finanza erano state le segnalazioni di diversi creditori, banche e società, ai quali spettavano i soldi degli immobili, pignorati e poi venduti all’asta (una società si è costituita parte civile nel processo e ha ottenuto un risarcimento di 35mila euro).

Nonostante le vendite andate a buon fine, ai creditori non arrivavano i soldi. La prima indagine aveva così riguardato Giuseppe Vertua, che era appunto il delegato alla vendita. Ma i finanzieri avevano svolto altre verifiche, da cui erano emersi alcuni versamenti sul conto del figlio. Da qui, secondo le contestazioni, il denaro veniva poi prelevato in contanti e speso su piattaforme virtuali di giochi e scommesse.

L’assoluzione

Edoardo Vertua ha fornito nel corso del processo la sua versione, negando di avere avuto un ruolo nella sottrazione dei soldi delle scommesse ma precisando anche di non avere mai frequentatore bische o casinò, bensì di avere usato sempre piattaforme regolari e bancomat. «L’unica leggerezza – ha chiarito – è stata di avere ricevuto dei soldi da mio padre». Il figlio ha anche aggiunto di continuare a svolgere il suo lavoro di avvocato, avendo peraltro un altro studio a San Severo.

Alla fine il giudice ha ritenuto che non ci fossero elementi per condannarlo e lo ha assolto, revocando per lui anche il sequestro preventivo che era stato disposto sui suoi beni a luglio 2024. Le motivazioni della sentenza saranno depositate fra 90 giorni. —