“Due infortuni a calcio mi hanno catapultato nella musica. La mia Chiara mi ha insegnato come reagire per non ferire le persone”: parla TrigNO dopo “Amici”
TrigNO, all’anagrafe Pietro Bagnadentro, 23enne di Asti si è aggiudicato alla Finale di “Amici di Maria De Filippi”, il titolo nella categoria canto e un premio da 50mila euro e il Premio delle radio. È uscito il suo Ep “A un passo da me”, che contiene anche la versione live di “Overdose d’Amore”, in duetto con l’amico Nicolò Filippucci, presentato durante la prima puntata del serale di “Amici 24”. In autunno due concerti evento: 20 novembre a Milano ai Magazzini Generali, e del 26 novembre a Roma a Largo Venue.
Una fotografia del momento più bello ad “Amici”?
Io che ballo nello studio del pomeridiano con Daniele e la Finale dove mi sono divertito un mondo ed è stata una serata magica.
Sei un ex calciatore, quindi competitivo. Avresti voluto vincere?
Sì, ma diciamo che facendo uno sport, si vince ma c’è anche l’accettazione della sconfitta. Impari a incassarle. Ma comunque per me è stata già una vittoria, arrivare fin lì.
Hai accusato molto le critiche che hai ricevuto?
Soprattutto all’inizio, ma ho capito subito che erano critiche costruttive. Le ho accettate molto volentieri. Anzi, mi sono state d’aiuto perché io mi sentivo in un modo, ma alle altre persone arrivava qualcos’altro. E quindi mi sono fermato un attimo per rivedere il modo con cui mi rapportavo con le altre persone, anche semplicemente con i miei compagni nella casetta o con le persone che lavoravano al programma.
Qual è stata la critica che più ti ha colpito all’inizio?
L’intonazione, ma avevano ragione. Poi se arriva qualcuno sui social che ti scrive ‘ti odio, sei uno sbruffone’ e basta, senza conoscere niente di me, ma solo per aver visto due clip estrapolate da un contesto, allora non lo prendi sul serio.
Hai avuto momenti difficili?
Ho sempre vissuto da solo, la libertà la ami. Perciò ritrovarmi catapultato in una situazione, come quella della casetta, per otto mesi con altre persone è stato impattante. Ho rinunciato alla mia vecchia vita, ma sono stati mesi impiegati benissimo, quindi lo farai altre cento volte.
Come si è evoluto il tuo rapporto con Daniele?
Secondo me, non ci stavamo troppo simpatici, però c’era una qualcosa di entrambi che ci incuriosiva. Lui è uno molto silenzioso, molto attento e avevo notato subito notato questa cosa di lui che è una qualità che rispetto molto. Gli osservatori mi piacciono tanto e lui è uno che osserva tanto, per aver 18 anni poi… È molto maturo. Quando poi ci siamo ritrovati a lavorare assieme per il numero di Capodanno con Elena D’Amario si è sbloccato tutto, si è creato un rapporto bellissimo. Ho sempre puntato su di lui.
In che senso?
Che ho sempre pensato vincesse lui, anche se Francesco era anche altrettanto bravo.
Nicolò ti ha definito simile a suo fratello, quindi ha ritrovato in te “casa”. Concordi?
Lo stesso vale per me, l’ho sempre visto come un fratello più piccolo, anche se è alto 1.90 (ride; ndr). Credo abbiamo imparato molto l’uno dall’altro. So quanto sono importanti i fratelli più piccoli, io lo sono a mia volta in famiglia. Nicolò appena entrato ad ‘Amici’ era molto più in bolla di me nel senso che si è subito comportato da professionista. Quindi da lui ho preso quello forse, lui da me ha preso un po’ di carica, di energia, di pazzia. Abbiamo anche fatto mille duetti e abbiamo passato assieme tantissime ore di lavoro. Un po’ ci speravo che arrivassimo io, lui e Antonia in finale.
Hai nuove canzoni in cantiere?
Ancora no, perché abbiamo un calendario di promozione fittissimo, ma ho nel cassetto tanti pezzi e voglio tornare in studio per scriverne altrettanti. Per me fare musica significa andare in studio e crearla. Ad ‘Amici’ ho imparato tantissime cose, come stare sul palco e vivere live le persone in studio. Cose che non avevo mai fatto. Nicolò qualche concorso lo ha fatto, io nemmeno quello.
Perché hai abbandonato il calcio per la musica?
La musica era sempre lì dietro l’angolo. Sin da piccolo annotavo pensieri, scrivevo…Diciamo che una accelerata alla decisione finale l’ha dato il mio infortunio, anzi il mio doppio infortunio al ginocchio.
Cos’è successo?
Facevo fisioterapia, mi allenavo anche un po’ con la squadra, però intanto avevo iniziato a scrivere e pubblicare canzoni. Mi prendevano anche bonariamente in giro, perché per loro era strano sapere con il tuo compagno di calcio nel frattempo scrive pubblica e canzoni. Anche se anche altri campioni del calcio si sono cimentati con la musica.
Poi la svolta?
Sì. Più andavo avanti con la musica e meno mi interessava il calcio, poi è arrivato anche il secondo infortunio e ho colto l’occasione al volo per prendere una decisione netta.
Pensi di puntare a Sanremo?
Solo e se sarò convinto al 200% del pezzo da portare. L’edizione di quest’anno mi è piaciuta perché ai primi tre posti c’erano tre cantautori, tutti e tre bravi. A me già piaceva Olly e Lucio Corsi ha fatto una ottima figura, così come Achille Lauro.
Cosa ti ha colpito della tua fidanzata Chiara?
A me piacciono le persone attente che osservano bene la situazione, lei che lo faceva continuamente all’inizio, questo mi ha fatto interessare a lei. È una persona profonda che mi ha aperto gli occhi su tante cose. Mi ha migliorato, mi ha fatto sentire bene, mi ha fatto capire che posso reagire in una maniera diversa e che non è sbagliato a reagire in una maniera diversa, anzi, forse a volte è più giusto perché si feriscono meno anche le persone, non me ne rendevo conto.
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